Padre Maccalli rapito in Niger, i missionari: «Sono stati presunti jihadisti»

18/09/2018 di Redazione

Era appena rientrato in Niger dopo un soggiorno in Italia. Padre Maccalli, della Società delle missioni africane, è stato rapito nel Paese africano dove era noto per la sua battaglia insistita contro l’infibulazione. Secondo i missionari – che hanno dato la notizia all’agenzia di comunicazione religiosa Fides – sarebbe stato sequestrato da un gruppo di presunti jihadisti.

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Padre Maccalli rapito in Niger

La diocesi di Niamey, dove padre Pierluigi Maccalli era molto conosciuto, è in apprensione per le sorti del missionario, che stava svolgendo nel Paese africano un’azione molto importante in difesa dei diritti delle popolazioni locali.

Originario della diocesi di Crema, padre Maccalli è stato già missionario in Costa d’Avorio per vari anni, e in questi ultimi giorni si trovava nella parrocchia di Bomoanga. La missione di cui fa parte è iniziata negli anni Novanta e tocca circa 20 villaggi che hanno al loro interno 12 piccole comunità cristiane.

Padre Maccalli, il rapimento legato alla sua lotta contro l’infibulazione?

L’agenzia Fides ha riportato il seguente comunicato: «Attento alle problematiche legate alle culture locali, padre Maccalli aveva organizzato incontri per affrontare temi e contrastare pratiche legate alle culture tradizionali, tra le quali anche la circoncisione e l’escissione delle ragazze, attirandosi anche una certa ostilità». E sarebbe stato proprio questa la motivazione, secondo alcune fonti locali citate dai missionari, una delle cause per il suo rapimento.

[FOTO da pagina Facebook La mescolanza]

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