L’omosessualità non è più un reato in India

L’articolo 377 risaliva addirittura al periodo coloniale britannico. Considerava l’omosessualità come un «reato contro natura». Dopo decenni di discussione, finalmente l’India cancella il reato, diventando il 124esimo paese nel mondo che non considera più reato pensale l’amore tra due persone dello stesso sesso.

India l’amore gay è legittimo, si rischiava fino a 10 anni di carcere

Dopo 150 anni l’India depenalizza il reato di omosessualità. Non esistono calcoli ufficiali, ma stando ad una stima del 2012 del governo indiano risulta che su 1,25 miliardi di abitanti gli omosessuali siano più di due milioni e mezzo. Una comunità grandissima che rischiava fino a 10 anni di carcere per il semplice fatto di amare qualcuno dello stesso sesso. L’Act 377, la Sezione 377 del Codice penale, considerava «offese contro natura» i comportamenti omosessuali. «Criminalizzare l’omosessualità è irrazionale e indifendibile», ha osservato il Presidente del collegio giudicante illustrando il verdetto che dichiarava l’articolo incostituzionale. «La Sezione 377 è irrazionale, arbitraria e incomprensibile in quanto compromette il diritto all’uguaglianza per la comunità LGBT. La moralità sociale non può violare i diritti dei singoli individui – si legge nel verdetto – Il diritto alla privacy come parte del diritto alla vita si applica pienamente alla comunità LGBT».

LEGGI ANCHE >Nella giornata internazionale contro l’omofobia si spacca il mondo Lgbt di Bologna

India l’amore gay è legittimo, la legge era «arbitraria e manifestamente indifendibile»

Nel verdetto emesso dalla Corte Suprema si stabilisce che «il sesso consenziente tra adulti in uno spazio privato, che non sia dannoso per i minori, non può essere negato poiché oggetto di una scelta individuale. La Sezione 377 è discriminatoria e viola i principi costituzionali». Una sentenza che arriva dopo decenni di discussioni e battaglie. Nel 2009 l’Alta Corte di Delhi aveva preso un’analoga decisione, poi vedendola cancellata nel 2013 dalla Corte Suprema. Ritornata in agenda nel 2017, la Sezione 377 del Codice penale è stata ora definita «arbitraria e manifestamente indifendibile». Il presidente della Corte suprema, Dipak Misra, annunciando il verdetto ha affermato: «La legge era diventata un’arma per la persecuzione della comunità Lgbt».

(Credit Immagine di copertina: © Tanmoy Bhaduri/Pacific Press via ZUMA Wire)

 

 

Share this article