Salvini pronto a governare anche dal carcere di San Vittore

03/09/2018 di Enzo Boldi

Matteo Salvini continua a dimostrare, almeno pubblicamente, di non aver alcun timore per i capi di imputazione per cui sarà giudicato dal Tribunale dei Ministri dopo le accuse del pm di Agrigento Luigi Patronaggio. Durante la (ennesima) festa della Lega ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, il leader della Lega ha spiegato che si sarà pronto a governare anche in caso di condanna e che – in caso – è disposto a farlo anche da dietro le sbarre del carcere di San Vittore.

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«Possono indagarmi e arrestarmi. Al massimo governerò da San Vittore», ha spiegato fieramente Matteo Salvini nel colloquio con Mario Giordano sul palco della festa della Lega. Le dichiarazioni più calde fatte dal Ministro dell’Interno sono state sulla questione migranti e sul contratto di governo con il Movimento 5 Stelle. «Se ora ci fosse un altro caso simile a quello della Nave Diciotti, mi comporterei esattamente come ho già fatto – ha spiegato il leader del Carroccio -. Penso che un pm di Agrigento dovrebbe spendere i soldi degli italiani per indagare sulla Mafia e non su di me».

Salvini San Vittore, prossimo step le riforme a braccetto con il M5S

Sul rapporto con il Movimento 5 Stelle e il suo leader politico, Luigi Di Maio, Salvini si è detto sicuro che l’alleanza sia ben salda, nonostante le voci di contrasti non solo sul tema immigrazione, ma anche sugli scenari economici e priorità – con il M5S che vuol dare precedenza al Reddito di Cittadinanza a scapito della Flat Tax – che saranno discussi nel mese di settembre in vista delle riforme – ritenute fondamentali – che metteranno al centro gli italiani, attaccando (nuovamente) sia l’UE che il governo precedente. «In passato il Pd ha fatto quello che diceva l’Europa e gli italiani non stanno meglio e c’è più debito – ha spiegato il Ministro dell’Interno in un’intervista a Radio24 -. Io voglio fare spesa utile, spero che rientri nei canoni europei».

Salvini San Vittore, l’inchiesta sui fondi della Lega e il (non) nuovo partito

«Non posso pretendere che l’anno prossimo tutti paghino il 15% di tasse – ha detto Salvini a Radio24 -. Ma nella manovra ci sarà un primo passo e tanti italiani, tanti artigiani e tanti professionisti pagheranno meno tasse», spiegando anche che nella manovra non ci sarà tutto il contratto di Governo con il M5S, ma solo l’abbrivio di quanto previsto per i prossimi 5 anni. Poi, parlando dell’inchiesta sui fondi del Carroccio, arriva l’ennesima stoccata (a suon di populismo) al Partito Democratico, sostenendo che al momento non c’è alcuna idea di un partito unico di Centrodestra: «Da noi non nasce nessun nuovo partito: questi divertimenti li lascio al Pd, di congressi, di cambio di nomi. Io parlo di asili nido, di quello che serve alla gente».

(foto di copertina: ANSA/FABIO DI PIETRO)

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