Padova, l’ex prefetto sull’accoglienza ai migranti: «Ne abbiamo fatte di porcherie»

31/08/2018 di Redazione

Doverosa premessa. L’ex prefetto di Padova Patrizia Impresa non risulta ad alcun titolo indagata. Tuttavia, nei fascicoli del nucleo investigativo dei Carabinieri che sta indagando sulla gestione dei migranti a Padova e provincia, è finita una intercettazione shock che, questa mattina, è stata riportata sull’edizione cartacea del Mattino di Padova.

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Ex prefetto Padova, le intercettazioni

L’ex prefetto di Padova, da tre mesi trasferitasi a Roma, a metà aprile avrebbe parlato con il suo vice Pasquale Aversa. L’argomento principale è la gestione dei migranti: «Su queste cose – dice l’ex prefetto – ne abbiamo fatte di porcherie, ma soltanto quando le potevamo fare». Ricevendo una risposta affermativa convinta dal suo interlocutore al telefono («Esatto»).

L’inchiesta verte ovviamente su altro: cerca a far luce sul sistema delle cooperative coinvolte in maniera quasi monopolistica nella gestione dei migranti, con il benestare della prefettura. In modo particolare, sotto la lente d’ingrandimento, ci sono alcuni «trucchetti» sul numero dei migranti, risparmi sugli operatori delle cooperative, relazioni su programmi di inserimento che, in realtà, non sono mai stati messi in atto.

Ex prefetto Padova, gli altri colloqui al telefono

Sullo sfondo di tutto questo, si inseriscono le conversazioni dei funzionari della prefettura. «Anche se dobbiamo fare schifezza, Pasqua’ – dice la Impresa sempre in una intercettazione telefonica -, eh…no..schifezze, noi ci dobbiamo salvare, non possiamo farci cadere una croce che…». Il riferimento è ad alcune tensioni che, in quei giorni del 2017, si stavano verificando ad alti vertici. Il centro di San Siro di Bagnoli è molto affollato e da Roma chiesero di trasferire i migranti, almeno 100-200 unità in meno. In questa fase molto concitata, i carabinieri registrano le conversazioni. Che non mancheranno di suscitare una vasta eco mediatica.

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