Di Battista e Meloni, l’atipica join venture per la nazionalizzazione delle autostrade

16/08/2018 di Enzo Boldi

Dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova – e le polemiche sulle concessioni a società private della gestione e manutenzione delle strade e autostrade italiane – si è riaperto il dibattito sulla possibilità di nazionalizzare le autostrade, riconsegnando allo Stato italiano tutti gli oneri. Il tema è stato riproposto anche dall’ex deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista – ora negli Stati Uniti – e dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Entrambi, attraverso le proprie pagine Facebook, hanno espresso il loro parere.

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«Alla ripresa dei lavori parlamentari Fratelli d’Italia – annuncia in un video sulla propria pagina Facebook Giorgia Meloni – presenterà una mozione per chiedere al governo maggiore coraggio: chiediamo la nazionalizzazione della gestione della rete autostradale e la revoca di tutte le concessioni, perché è intollerabile che ci siano dei privati che si stiano arricchendo a dismisura su autostrade costruite con soldi pubblici senza reinvestire quanto dovrebbero nell’ammodernamento della rete autostradale». La leader di FdI ha anche ribadito come nel resto d’Europa, citando l’esempio della Germania, la gestione delle autostrade sia nazionalizzata.

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Dagli Stati Uniti è intervenuto anche l’ex deputato del M5S Alessandro Di Battista che, in un lungo post su Facebook, ha sollecitato la fine dello sciacallaggio politico-mediatico, sottolineando la necessità che l’Italia si riappropri della gestione delle proprie autostrade. «I morti vanno “onorati” con scelte rivoluzionarie da parte di chi ha l’onore di poterle prendere – scrive Di Battista -. Questo è un momento drammatico dove chi parla di cambiamento ha solo una cosa da fare: far tornare nelle mani dello Stato la gestione delle autostrade. Solo da noi i “capitalisti” agiscono in sostanziale monopolio».

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Una gallina dalle uova d’oro. Così Alessandro Di Battista definisce la gestione delle autostrade in Italia, strizzando l’occhio nei confronti dell’annuncio del Governo di revocare le concessioni ad Autostrade per l’Italia (e ad Atlantia). Ha poi voluto dire la sua sullo sciacallaggio politico-mediatico di questa tragedia: «Io non sono uno di quelli che collega il TAV o altre opere inutili, corrotte e dannose, alla tragedia di Genova – prosegue nel suo post su Facebook -. Anche se non avessero cominciato quell’idiota buco in Val Susa quel ponte sarebbe venuto giù lo stesso. Il TAV non va fatto a prescindere, non per Genova».

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Poi l’attacco al quotidiano La Repubblica: «Non c’è da tirare in ballo Delrio, il PD, Prodi, D’Alema, Monti o le privatizzazioni vomitevoli che sono state fatte. Non occorre neppure mostrare interrogazioni, dichiarazioni passate. Lasciate questo lavoro da sciacalli a partiti politici editoriali come Repubblica».

 

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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