Quando l’economista leghista Borghi lodava la Turchia per non essere entrata nell’euro

Lungimiranza, questa sconosciuta. L’economista della Lega Claudio Borghi, noto per le sue posizioni anti-euro, aveva lodato la Turchia nel 2012, quando si registrò un boom occupazionale nello Stato guidato da Recep Tayyp Erdogan, sostenendo che il maggior punto a suo favore per il fatto di aver conseguito questo risultato fu proprio il mancato ingresso nell’euro.

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Borghi Turchia, la sua previsione sulla lira nel 2012

«Tasso di disoccupazione della Turchia ai minimi storici – aveva scritto Borghi il 16 luglio del 2012 -. Pensate a cosa sarebbe successo avessero fatto la sciocchezza di entrare nell’euro!». Ovviamente, queste parole vengono ripescate per l’occasione, quando nel Paese che costituisce la porta naturale tra Europa e Asia si sta assistendo a un crollo verticale della lira turca, che ha raggiunto oggi un nuovo record negativo.

La valuta è scesa al di sotto del 7 nel confronto con il dollaro. Prima dell’avvio delle contrattazioni europee, infatti, la moneta si attesta a 6,64 sulla divisa Usa perdendo, dall’inizio del mese, il 40% del suo valore. Insomma, se nel 2012 – a causa di una congiuntura economica particolare e ad alcune scelte di politica interna in Turchia – la situazione economica nel Paese poteva considerarsi solida, oggi si comprende come quel dato fosse slegato dall’equilibrio finanziario.

Borghi Turchia, un calcolo sbagliato

L’ingresso nell’Unione Europea e nell’area euro della Turchia, infatti, avrebbe evitato questa situazione, forse con alcuni sacrifici iniziali ma con un conseguente beneficio in una fase particolarmente delicata per la finanza internazionale come quella che si sta attraversando nel 2018.

Ovviamente, Claudio Borghi – uno dei politici, attualmente eletto con la Lega, che maggiormente ha manifestato posizioni no euro – con un sottinteso sapiente voleva mettere a confronto, nel lontano 2012, la situazione politica italiana con quella turca. A occhio e croce, la sua previsione sullo scenario futuro sembra decisamente fuori target.

L’esponente politico della Lega ha voluto replicare, riportando la stima della crescita fino al 2016 della Turchia nei confronti dell’Italia, mettendo a confronto due grafici:

(Credit Image: © Turkish Presidency/Depo Photos via ZUMA Wire)

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