La proposta di legge del M5S Lazio sui vaccini (fatta dai free vax)

25/07/2018 di Redazione

Il MoVimento 5 Stelle Lazio ha depositato una proposta di legge per la revisione del sistema vaccinale della Regione Lazio, a prima firma dei consiglieri Davide Barillari e Roberta Lombardi. Si tratta di una proposta decisamente “free vax” perché ferma di fatto l’obbligo vaccinale, prevede profilassi personalizzate (con vaccini monodose), analisi prevaccinali e sopratutto un periodo di quarantena dalle 4 alle 6 settimane per tutti i bimbi che sono vaccinati. C’è perfino un capitolo sulla “nutrizione preventiva”.

LA PROPOSTA DI LEGGE CREATA CON LE ASSOCIAZIONI FREE VAX (ED ESPERTI DI SCIE CHIMICHE)

Se per la ministra della Salute, Giulia Grillo, i vaccini sono un «presidio fondamentale di prevenzione primaria», la legge 5 stelle, anticipata oggi da Giovanni Rodriquez su Quotidiano Sanità, va su tutt’altra direzione.
«Subito dopo la presentazione – ha spiegato Barillari sui social – la proposta di legge di riforma del sistema vaccinale verrà inserita nella piattaforma Rousseau, al fine di ricevere ulteriori suggerimenti e pareri, sempre più convinti che un nuovo modello di governance si attua anche con il coinvolgimento pieno e consapevole dei cittadini nelle scelte della politica». Aspetto preoccupante della questione è che per la realizzazione della pdl ci sia stato un tavolo di lavoro a cui hanno partecipato Auret (secondo cui c’è correlazione tra vaccini e autismo), Comilva, Codacons e Corvelva (l’associazione che  in Italia è stata condannata per aver diffuso i manifesti novax). Tra gli ospiti a quel tavolo, ricorda la testata settoriale, ci sono pure gli interessati alle scie chimiche: RIP Lazio, ossia “Riprendiamoci il Pianeta- Movimento di Resistenza Umana”. Sono messi sullo stesso piano di medici, università, virologi. Cosa hanno prodotto?

I BIMBI VACCINATI IN QUARANTENA, ANALISI PRE VACCINALI, MONODOSI

All’articolo 1 la Regione “tutela e promuove il principio di precauzione anche nella pratica vaccinale, nonché la democratizzazione della medicina, la libertà di scelta terapeutica, o la collaborazione del paziente con il medico per la co-definizione del percorso terapeutico“. Inutile dire che indicando una co-definizione del percorso terapeutico il paziente viene messo alla pari del medico. Nell’articolo seguente, il secondo, la Regione si impegna a superare la “coercizione” della pratica vaccinale. Perché oramai sono cambiate le condizioni socio-sanitarie.

“La Regione Lazio costruisce tutte le condizioni necessarie al superamento di una pratica vaccinale coercitiva, poiché crede che, le mutate condizioni socio-sanitarie, la maggiore consapevolezza, responsabilità e maturità, siano il terreno fertile sul quale le attuali e future generazioni potranno crescere come individui e collettività”

Non solo. Prevista anche «l’applicazione di un iter vaccinale articolato attraverso uno screening pre-vaccinale completo». Si tratta di vere e proprie analisi pre-vaccinali utili, secondo chi ha stesso la proposta di legge, a «valutare ogni tipo di eventuale reazione avversa». L’Istituto Superiore della Sanità ha precisato che non esiste nessun test «in grado di predire gli effetti collaterali dei vaccini». Perfino Roberto Gava, medico dei free vax, ha messo in dubbio la loro efficacia. Lo screening pre-vaccinale non può prevedere reazioni avverse ed è stato invalidato più volte dalla comunità scientifica.

All’articolo 3 si parla invece di «personalizzazione della pratica vaccinale». Ovvero la pratica vaccinale viene fatta conoscendo l’anamnesi del paziente, se ci sono casi famigliari di immunodeficienza e «autoimmunità».

Secondo la proposta di legge le vaccinazioni devono esser fatte anche in formato «monocomponente, a partire dalla fine del secondo semestre di vita del soggetto (salvo eccezioni), in un intervallo minimo raccomandato di 60 giorni tra l’inoculazione delle dosi di differenti tipologie di vaccini oltre al rispetto dei tempi previsti per i richiami di ciascuna vaccinazione».

L’aspetto del consenso informato è invece trattato nell’articolo 5. «Per una corretta e completa informazione – spiega la proposta – necessaria ad un reale consenso informato, i soggetti citati devono ricevere ogni informazione utile alla tutela della propria salute, incluse le notizie della letteratura scientifica che dimostra la correlazione causale tra vaccini e patologie».

Sì, correlazione causale tra vaccini e patologie.

L’articolo che sembra più controverso di questa proposta, spiega Quotidiano Sanità, è l’11. «La scuola garantisce che sia rispettato il periodo di quarantena di 4-6 settimane per il soggetto appena vaccinato con virus attenuato al fine di evitare contagi indotti dalle stesse secondo il principio di precauzione». I bimbi vaccinati rischiano quindi di saltare un mese di scuola rispetto ai compagnetti che invece non sono in regola in base alla Legge Lorenzin.

M5S LAZIO VACCINI: LE REAZIONI

«Con la proposta di legge presentata nel Lazio il M5s ha gettato la maschera. Quel documento è a tutti gli effetti un vero e proprio compendio di tutte le bufale no vax circolate sul web nell’ultimo anno. E’ un atto gravissimo sia per il suo contenuto delirante che per il modus operandi che ha portato alla sua elaborazione, senza alcuna consultazione con sindacati medici e società scientifiche ma solo con organizzazioni apertamente no vax. Mi auguro che la ministra della Salute Giulia Grillo intervenga e prenda immediatamente le distanze da queste follie anti scientifiche», spiega in una nota l’esponente Pd Federico Gelli.

«Gli esami prevaccinali non esistono e i bambini vaccinati non sono infettivi. Questi sono i fatti, il resto sono bugie, bugie pericolose dette da politici irresponsabili che assecondano la parte peggiore, ignorante ed egoista, del nostro Paese. Vergognatevi!», replica il immunologo e virologo Roberto Burioni. Anche il collega, immunologo di fama e professore ad Atlanta negli Usa, Guido Silvestri ha definito questa proposta deprimente.

La ministra Grillo finora non si è pronunciata. La proposta, così per come è stata stesa, rischia di creare un corto circuito ed evidenti imbarazzi tra la Pisana e Palazzo Chigi.

 

(Foto: ANSA / RICCARDO ANTIMIANI)

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