Olanda: ricerca in gravidanza con il viagra. Undici bambini morti

24/07/2018 di Redazione

Diverse donne olandesi che, durante la gravidanza, hanno somministrato ai loro bambini un percorso farmacologico basato sul viagra hanno perso il loro figlio.  Per la precisione sono 11 i bambini morti durante la fase del trial che doveva permettere un maggiore sviluppo del feto in grembo. Del caso ne parla, oltre la stampa olandese, anche il Guardian.

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La terapia è stata sperimentata in ben 10 ospedali dei Paesi Bassi. Per sviluppare la placenta in difficoltà ad alcune pazienti è stata somministrato il sildenafil, farmaco conosciuto anche come Viagra.

Il viagra, come tutti ben sanno, è usato nei casi di disfunzione erettile e per chi soffre, con le dovute precauzioni, di pressione bassa. Il farmaco è stato quindi disposto per un miglioramento della placenta  ed è stato distribuito a pazienti in gravidanza che hanno abortito.

In totale sono 93 le donne che hanno ricevuto il farmaco nel trial guidato dal Centro medico dell’Università di Amsterdam. Diciassette bambini hanno sviluppato problemi ai polmoni e 11 sono morti. Altri otto bambini sono morti per condizioni non correlate.

Altre 90 donne in un gruppo di controllo hanno assunto un placebo: tre hanno sviluppato gli stessi problemi ai polmoni, ma nessun bambino è morto a causa di condizioni che potevano essere collegate al viagra. Nove bambini sono morti per problemi non collegati.

Si teme che il farmaco abbia causato ipertensione nei polmoni, portando i bambini a ricevere troppo poco ossigeno.

In un’intervista al quotidiano olandese De Volkskrant , il capo della ricerca, il ginecologo Wessel Ganzevoort, ha dichiarato: «Volevamo dimostrare come questo fosse un modo efficace per promuovere la crescita del bambino. Ma è successo il contrario. Sono scioccato. L’ultima cosa che vuoi è danneggiare i pazienti. Abbiamo già informato i ricercatori canadesi che stanno conducendo uno studio simile. In ogni caso hanno temporaneamente interrotto le loro ricerche»

La ricerca è iniziata nel 2015 e avrebbe dovuto proseguire fino al 2020, con la partecipazione di 350 pazienti.

 

(Credit Image: Foto di repertorio © Ton Koene via ZUMA Wire)

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