Filippo Facci sospeso dall’Ordine dei giornalisti per un articolo che offende l’Islam

17/06/2017 di Redazione

«Perché l’Islam mi sta sul gozzo». È questo il titolo di un articolo pubblicato su Libero lo scorso 28 luglio che è costato a Filippo Facci la sospensione dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia. A parlarne è lo stesso Facci oggi sul quotidiano diretto da Vittorio Feltri respingendo l’accusa di aver scritto un testo razzista, offensivo di «una religione e di un intero sistema di valori», come si legge nella sentenza. «E se anche fosse? Siamo al reato di vilipendio islamico», chiede oggi Facci.

FILIPPO FACCI SOSPESO DALL’ORDINE DEI GIORNALISTI PER UN ARTICOLO ANTI-ISLAM

«Odio l’Islam – scriveva nel suo articolo – perché l’odio è democratico esattamente come l’amare, odio dover precisare che l’anti-islamismo è legittimo mentre l’islamofobia no, perché è solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio l’Islam, perché la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica, laica, greco-latina, rousseiana, quello che volete: ma la storia di un’opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che gli islamici dicono e fanno, gente che non voglio a casa mia, perché non ci voglio parlare, non ne voglio sapere: e un calcio ben assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede è il mio miglior editoriale». Una posizione dalla quale Facci lascia intendere di non essersi per nulla allontanato, anche attaccando la giovane collega che presentò l’esposto: «Trovo riprovevole che il regolamento del Consiglio di disciplina permetta che una non professionista, che ho diritto di giudicare di dubbio livello culturale e di forte condizionamento ideologico, possa privare un giornalista e relativa famiglia dei mezzi di sostentamento per mesi due: e questo, a mio dire, non per una palese violazione di alcuna legge (in particolare viene citata la Legge Mancino, quella che vieta la diffusione di idee fondate sull’odio razziale) bensì, sempre a mio dire, per le sue personali visioni del mondo».

(Foto: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

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