Berlusconi fa il super-animalista, ma ‘finanzia’ la sperimentazione animale

31/05/2017 di Donato De Sena

La svolta animalista di Silvio Berlusconi ha entusiasmato tanti amanti degli amici a quattro zampe. Il Cavaliere abbracciato a cagnolini e agnellini in tv e sui social non poteva non essere percepito come un segnale positivo sulla via di una maggiore sensibilità del mondo della politica (e non solo quella) verso i diritti e la tutela del benessere di cani, gatti e altri animali. Eppure, a guardarla bene, quella svolta del leader di Arcore (lui è il principale sponsor del neonato Movimento Animalista di Michela Vittoria Brambilla e ha dichiarato possibile il raggiungimento del 20% alle elezioni, magari in alleanza con Forza Italia) estremamente animalista non è. O almeno: potrebbe non piacere a chi quella lotta in difesa degli animali la conduce senza se e senza ma, in maniera radicale.

BERLUSCONI ANIMALISTA E L’AZIENDA BIOTECNOLOGICA

La Fininvest, cassaforte della famiglia Berlusconi, detiene il 25% delle azioni della Molmed spa, un’azienda biotecnologica quotata in borsa «focalizzata su ricerca, sviluppo e validazione clinica di terapie innovative per la cura del cancro» che effettua anche sperimentazione animale (precisamente è in possesso del 24,84% del capitale secondo la relazione finanziaria annuale al 31 dicembre 2016). Come confermato dalla società attraverso il suo ufficio stampa (Molmed sta per ‘Molecular Medicine’), «tutte le case farmaceutiche che sviluppano farmaci per tumori, prima di arrivare alla fase clinica devono passare per una fase preclinica che prevede una sperimentazione sugli animali, in questo caso dei topini». I topini sono gli unici animali utilizzati, fanno sapere dalla Molmed. Ma senza quella sperimentazione, non si potrebbe passare alla fase successiva, quella clinica. Insomma, l’utilizzo dei piccoli roditori in laboratorio sarebbe anche «indispensabile».

BERLUSCONI E LA NECESSITÀ DI «SOSTITUIRE LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE»

Beh, penserà qualcuno, se non c’è alternativa per la ricerca scientifica, un animalista potrebbe anche tollerare l’utilizzo dei topini. E invece no. A dimostrarlo sono proprio le posizioni dell’onorevole Brambilla. L’ex ministro, che pochi giorni fa ha accolto Berlusconi all’evento di presentazione del suo Movimento e che ha anche invitato il Cavaliere nel corso del suo programma televisivo ‘Dalla parte degli animali’, è stata la promotrice della legge che ha vietato in Italia gli allevamenti di animali destinati ai laboratori e si è più volte detta contraria alla sperimentazione animale, definendola «anti-scientifica» e «solo un grande business». «Non è necessario che muoiano animali per salvare le persone», è il suo pensiero. «Non possiamo permettere – dice – agli interessi privati economici e alle lobby che li tutelano di prevalere sul diritto dei cittadini di godere di una ricerca affidabile per la nostra salute». La Brambilla è riuscita a convincere di questo anche Berlusconi che, alla presentazione del Movimento Animalista, oltre a dirsi «inorridito dagli allevamenti intensivi per le mucche, i maiali e le galline» ha parlato a chiare lettere della necessità di contribuire all’affermazione nella ricerca «di un sistema che sostituisca la sperimentazione sugli animali». Ora, c’è da chiedersi, proverà a dirlo anche alla Molmed? E cosa penseranno gli animalisti che hanno applaudito per la svolta di Berlusconi del suo investimento nella ricerca che utilizza i topi, a partire dalla Brambilla?

(Foto via Facebook)

Share this article