La caccia ai migranti gay nei centri profughi tedeschi

11/10/2015 di Redazione

Migranti,

in Germania c’è un’emergenza tra i richiedenti asilo. I migranti omosessuali, scappati dalle punizioni e alle persecuzioni contro i gay che arrivano fino alle decapitazioni dell’ISIS, sono spesso oggetto di violenze da parte degli altri profughi nei centri di accoglienza. Tre omosessuali che ora si trovano a Dresda hanno raccontato il loro dramma.

MIGRANTI OMOSESSUALI

– L’ondata dei migranti che si è registrata in questi mesi è stata motivata dalla fuga di centinaia di migliaia di persone dalla guerra e da altre forme di persecuzioni. In molti Paesi arabi e africani le condizioni di vita sono particolarmente difficili per chi ama persone dello stesso sesso. L’omosessualità è un reato talvolta punito con la morte, come in Arabia Saudita e Iran, mentre l’ISIS fa propaganda con le decapitazioni inflitte ai gay che vivono nei territori controllati dai terroristi di al-Baghdadi. Il dramma dei migranti omosessuali prosegue anche nella loro nuova vita in Europa. In Germania sono sempre più numerosi i casi di insulti, aggressioni e violenze subite da chi vive nei centri di accoglienza e non nasconde il suo orientamento gay. Un ragazzo siriano, Ahmad Suliman, ha raccontato alla stampa tedesca, Kronen, la sua esperienza di continue vessazioni, inflitte da numerosi migranti con cui ha condiviso la fuga dalla guerra. Suliman, un ragazzo omosessuale di 20 anni, è stato cacciato dai bagni degli uomini con le spranghe, perché non era un vero maschi vista la sua attrazione per persone dello stesso sesso. Insieme ai suoi amici è stato ripetutamente oggetto di sassaiole, costanti aggressioni verbali e umiliazioni pubbliche.

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MIGRANTI GAY CENTRI ASILO

– Ahmand Suliman, insieme ai suoi amici gay Rami Ktifan e Yousif al-Doori, è stato costretto a ballare “come le donne” per gli uomini dei centri profughi fino alle 5 del mattino, senza la possibilità di poter dormire. Durante gli spettacoli subivano anche il lancio dei sassi da parte di chi li aveva obbligati a esibirsi in modo così umiliante. I tre ragazzi gay sono stati picchiati e insultati fin dal loro arrivo in Germania, in un centro profughi di Augusta. La loro colpa è stata aver rivelato la loro omosessualità. Ahmand Sulliman spiega di esser arrivato in Europa anche per non dover nascondersi più, una scelta che ha avuto purtroppo conseguenze. Insieme a un altro amico gay Ahmand, Rami e Yousif sono stati portati via dal centro profughi di Dresda, dove vivevano insieme a persone che costantemente li attaccavano. Grazie all’intervento dell’associazione che organizza il Gay Pride di Dresda i migranti omosessuali sono stati ospitati in strutture private, sottraendoli così a future umiliazioni e violenze. L’associazione gay di Dresda era stata informata di quanto succedeva tra le tende dove vivono i richiedenti asilo, e grazie all’aiuto dei traduttori è riuscita ad aiutare questi quattro giovani migranti.

(foto ANSA/ CESARE ABBATE)

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