Il primo servizio VPN che dice addio all’Italia dopo il Piracy Shield

AirVPN ha comunicato agli utenti la sospensione a causa dello scudo anti-pirateria

07/02/2024 di Enzo Boldi

Lo scorso fine settimana è stato il primo vero banco di prova di Piracy Shield, la piattaforma anti-pirateria fortemente voluta dal governo che ha un obiettivo ambizioso: intercettare e oscurare tutti quei siti (attraverso gli IP) che trasmettono in modo illegale le partite del campionato di calcio. E il weekend di Serie A ha offerto immediatamente uno spuntino interessante per gli “amanti del pezzotto”, con il big match Inter-Juventus tra le prede più ambite. Agcom ha esultato per i risultati ottenuti e per la prontezza di riflesso dimostrata dalla piattaforma, contribuendo al blocco di questi “servizi” illegali nel giro di 30 minuti. Non tutti, però, sono rimasti incastrati tra le maglie ancora non strettissime di questa rete. Questo scudo, però, ha già portato al primo addio: AirVPN, una delle Virtual Private Network più apprezzati, ha annunciato la sospensione del servizio in Italia.

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Nel monografico di oggi, Giornalettismo cercherà di capire quali sono stati i reali risultati ottenuti dalla piattaforma Piracy Shield nel corso del primo weekend di Serie A. Andremo ad analizzare anche i punti oscuri, il ruolo di alcune applicazioni di messaggistica istantanea e di alcuni motori di ricerca che sono riusciti a eludere i controlli. Ma, prima di tutto, andrà a comprendere le motivazioni che hanno spinto AirVPN a sospendere il suo servizio nel nostro Paese. E tutto è conseguenza dell’introduzione dello scudo anti-pirateria.

AirVPN sospende il servizio in Italia per il Piracy Shield

L’interruzione del servizio – solo per i clienti residenti in Italia – avverrà a partire dal prossimo 19 febbraio. Questo, però, non vuol dire che chi ha pagato un abbonamento perderà i propri soldi: chiunque abbia una sottoscrizione con scadenza oltre quella data, potrà continuare a usufruire del servizio (proprio fino alla scadenza). Ma perché AirVPN ha reagito così? Nelle motivazioni, l’azienda sostiene che il sistema del Piracy Shield sia fallace, in quanto prevede un blocco senza effettuare le dovute verifiche (anche per “colpa” della velocità, 30 minuti, con la quale si deve intervenire per legge). Sistemi e servizi come quelli di VPN, dunque, non possono opporsi “hic et nunc” alla decisione e possono presentare ricorso e opposizione solo dopo l’entrata in vigore del blocco. Inoltre, l’azienda spiega che in passato il blocco era valutato da autorità e magistratura, mentre con lo scudo anti-pirateria è tutto in mano agli enti privati.

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