Il modello Ultra HD (4K) per la trasmissione degli eventi sportivi è in crisi?
Né Euro 2024, né la prossima finale di Champions League saranno trasmessi in 4K e questo fa pensare a una revisione del modello di trasmissione, che ora verrà basato su 1080p HD HDR
02/05/2024 di Gianmichele Laino
C’è una domanda che agita il mondo della trasmissione in diretta streaming degli eventi sportivi più celebri in tutto il mondo. Ha senso realizzare un prodotto che, come succede abitualmente ormai dal 2016 in poi, è stato caratterizzato dallo standard massimo possibile per questa tecnologia di trasmissione (ovvero l’Ultra HD 4K)? È davvero necessario, in questa fase, investire in questa direzione? La tendenza, per i prossimi eventi sportivi, è duplice: c’è chi sta pensando di abbandonare il modello Ultra HD 4K, c’è chi – invece – ritiene che possa essere lo standard su cui puntare almeno per i prossimi 10 anni.
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Il modello Ultra HD 4K sta per andare in pensione?
La prima strada sembra essere percorribile per la UEFA che ha proposto di trasmettere i prossimi campionati europei di calcio (che si svolgeranno questa estate) secondo lo standard 1080p HD HDR. La stessa cosa varrà per la finale di Champions League che si svolgerà sabato 1° giugno (una sorta di antipasto di quello che sarà la modalità di trasmissione degli europei di calcio). La seconda strada, al contrario, è quella che verrà seguita dal Comitato Olimpico Internazionale, che continuerà a trasmettere i Giochi Olimpici in 4K da Parigi 2024 in poi, senza dare segnali di un arretramento rispetto a questa scelta.
La domanda, tuttavia, è proprio all’origine della trasmissione degli eventi sportivi in generale. L’International Sports Broadcasting (ISB), da 20 anni coinvolta nella produzione di eventi sportivi, ha rilevato una grande distanza tra le esigenze dei produttori e dei fruitori di contenuti sportivi. Mentre i primi ricercavano una qualità che giustificava da sola l’aumento del costo della distribuzione, i secondi non offrivano una risposta all’altezza delle aspettative: non è detto che un contenuto debba per forza essere trasmesso in 4K per risultare godibile.
L’investimento nel 4K comporta notevoli esborsi: significa acquistare kit, aggiornare, rippare e ricablare studi e furgoni OB, acquistare spazio per transponder satellitari. In più, c’era uno sforzo notevole da prendere in considerazione per quanto riguarda la sincronizzazione del flusso in uscita e la trasmissione dell’evento che arriva nei dispositivi degli utenti finali: per evitare rallentamenti e problemi, l’impegno della produzione doveva essere forte e incessante.
Sia chiaro: lo standard 1080p HD HDR, pur avendo un costo minore e meno problemi di sincronizzazione, sarà in ogni caso all’altezza di un prodotto di qualità, che possa essere paragonabile alla produzione cinematografica. La sensazione è che, per il momento, possa essere considerata una soluzione ponte, in attesa dello sdoganamento delle tecnologie 8K, su cui si continua a investire e a ricercare.