No, Sinner non ha commesso nessun reato guardando serie tv con la VPN

Dalle parole in conferenza stampa all'intervento del Presidente della Federtennis

03/02/2024 di Redazione Giornalettismo

Un siparietto che ha dato vita a una serie di fraintendimenti, purtroppo, cavalcati anche da alcuni giornali. Di ritorno dalla storia vittoria agli Australian Open, Jannik Sinner ha rilasciato alcune dichiarazioni sul suo stile di vita nel corso di una conferenza stampa. Tra i tanti argomenti toccati, si è parlato anche del suo rapporto con i social network e con la televisione. Il tennista altoatesino ha poi parlato delle sue serie tv preferite e ne ha citata una che stava guardando in Australia – “Animal Kingdom” -, ma che in Italia non è disponibile. A meno che non si usi una VPN.

Jannik Sinner e la storia della VPN per vedere “Animal Kingdom”

Al netto del fatto che quella serie tv, in realtà, è disponibile anche in Italia (su Prime Video e Infinity Plus), in molti – compreso il Presidente della Federtennis Binaghi – sostengono che utilizzare una Virtual Private Network per guardare piattaforme OTT nel nostro Paese sia illegale. In realtà, non è così: la legge italiana punisce gli atti criminali (come pirateria o attacchi informatici) condotti utilizzando VPN. Tutti gli altri utilizzi sono leciti e consentiti. Anche perché accade lo stesso in quasi tutto il resto del mondo, ad eccezione di una decina di Paesi in cui le reti private virtuali sono completamente bandite (o quasi).

Come detto, tra i reati che possono essere perseguito in Italia nei confronti di chi usa le VPN c’è la pirateria. E, a proposito di questo, da giovedì 1 febbraio è entrata in funzione la piattaforma Piracy Shield che avrà un obiettivo molto semplice: oscurare gli indirizzi IP che trasmettono, illegalmente, le partite di calcio della Serie A (e non solo) nel giro di 30 minuti. Ch volgarmente potremmo chiamarla “piattaforma anti-pezzotto”. Mercoledì c’è stato il primo test, ma è stata fatta confusione anche sulla storia del primo IP bloccato.

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