Usare una VPN è legale in Italia?

Il tema è stato risollevato grazie alla grande popolarità acquisita da Jannik Sinner e alla sua battuta nel corso della sua conferenza stampa in Italia, dopo la vittoria agli Australian Open

02/02/2024 di Gianmichele Laino

Facciamo un piccolo esempio e proviamo a capirci. Prendiamo Instagram e le azioni che si possono fare su quel social network. È molto bello condividere le proprie immagini e i propri video con una community più o meno ristretta: fa sentire parte di qualcosa, ci fa sentire anche apprezzati, in alcune circostanze. Tuttavia, Instagram può anche essere utilizzato per mandare video di revenge porn in DM, con un effetto completamente opposto (oltre che illegale) sulla vittima di quell’atto. Stiamo parlando di uno strumento, Instagram, completamente legale nella totalità dei Paesi del mondo, ma di due suoi utilizzi – uno legale e l’altro illegale – che gli utenti possono fare. La stessa cosa, più o meno, possiamo associarla alle VPN. Le Virtual Private Network, infatti, sono uno strumento tecnologico di per sé neutrale: sono i suoi utilizzi, dunque, ad essere positivi o negativi, a seconda dei casi. Per questo è sbagliata la definizione del presidente della Federazione Italiana Tennis, Angelo Binaghi, che – durante la conferenza stampa di Jannik Sinner di rientro dai vittoriosi Australian Open – ha tirato le orecchie al giovane campione altoatesino che aveva dichiarato di usare una VPN per guardare, dall’Italia, la serie tv Animal Kingdom.

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VPN legale in Italia, il chiarimento rispetto al suo utilizzo

Partiamo da un concetto. La VPN è legale in Italia. Sono alcuni suoi utilizzi che, ovviamente, non lo sono. Ma questo – come abbiamo visto – potrebbe valere per qualsiasi strumento informatico. Anzi, alcuni aspetti della VPN favoriscono la privacy e l’utilizzo della rete. Pensiamo agli utenti con particolare cura per i propri dati personali, che – per proteggere la propria navigazione – utilizzano una VPN. Oppure, possiamo pensare anche a quei Paesi che – come vedremo in un altro articolo del nostro monografico di oggi – mettono al bando alcune piattaforme (soprattutto social network) per limitare la libertà d’informazione. A quel punto, i cittadini di quel Paese – per informare essi stessi o per informarsi – potranno utilizzare la VPN, per non accontentarsi delle informazioni “di Stato” che vengono propinate dai media ufficiali.

Un’altra declinazione di questo utilizzo della VPN è l’accesso ai contenuti che, per una questione di geolocalizzazione, non sono accessibili nel proprio Paese di riferimento. Era proprio questo l’esempio che faceva Sinner (anche se, come abbiamo visto, non è vero che Animal Kingdom non è disponibile in Italia). In ogni caso, per vedere una serie tv o un film non ancora disponibile nel proprio Paese, può essere utilizzata una VPN, purché si acceda legalmente a quel contenuto (magari sottoscrivendo un abbonamento).

Gli usi illegali di una VPN, invece, sono quelli che si fanno quando si commettono azioni di hackeraggio o di accesso indebito a sistemi informatici e/o database; oppure quando si accede a dei contenuti in maniera illecita (magari su piattaforme di streaming pirata). In entrambi i casi, però, non è la VPN a essere illegale, ma è l’azione in sé. Che continua a essere illegale anche se non viene effettuata attraverso VPN.

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