I 10 Paesi in cui le VPN sono (quasi) completamente bandite

Quando si parla di Virtual Private Network, occorre sottolineare che molte leggi in tutto il mondo puniscono le attività criminali attraverso questo sistema. In alcuni Paesi, però, è completamente illegale

02/02/2024 di Enzo Boldi

Ogni Paese ha le sue leggi e le sue regole, anche per quel che riguarda l’ecosistema informatico. Quando si parla di uso di VPN (Virtual Private Network) illegale, le differenze tra in singoli Stati possono essere enormi. C’è chi ne criminalizza solamente alcuni utilizzi (come l’Italia) e chi, invece, le ha totalmente messe al bando. Questione di livelli di illegalità che, inevitabilmente, sono molto più elevati stringenti in tutte quelle Nazioni dove risulta molto difficile (per usare un eufemismo) parlare di democrazia. E, inevitabilmente, diventa impossibile parlare di democrazia della rete.

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Perché anche se è vero che Internet rappresenta un grande villaggio globale, un ecosistema in cui tutti dovrebbero avere la stessa possibilità di accesso e fruizione, ci sono delle leggi statali che hanno invertito questo paradigma. Questo, ovviamente, si traduce anche nel concetto di uso VPN illegale in alcuni Paesi. Come detto in un nostro approfondimento precedente, infatti, l’Italia punisce solamente alcuni utilizzi di queste reti private virtuali (che possono rappresentare anche un notevole strumento per la difesa informatica personale): dalla pirateria alle attività criminali e criminose online, per fare due esempi. Per tutto il resto, invece, la legislazione nostrana è molto più snella e meno vincolante rispetto ad altre zone del mondo.

Uso VPN illegale, in quali Paesi non si possono utilizzare

Come spiega NordVPN – in un approfondimento aggiornato al 2024 -, sono 10 i Paesi in tutto il mondo in cui è impossibile qualsiasi utilizzo di una rete VPN. Andando a leggere i nomi, appare evidente che questo elenco corrisponda con realtà non propriamente definibili “democrazie”.

  • In Cina non c’è un bando totale, ma sono utilizzabili solamente quelle approvate dal governo.
  • La Russia consente di utilizzare servizi VPN solo se questi ultimi sono disposti a condividere i dati con il governo.
  • In Bielorussia è illegale, ormai dal 2015, utilizzare una rete VPN o connettersi a server TOR.
  • Dopo le tensioni interne e le recenti manifestazioni anti-governative, in Turchia è stato limitato all’osso l’utilizzo delle reti VPN.
  • Dal 2014, in Iraq che VPN sono state vietate perché l’utilizzo è stato correlato alle attività terroristiche dell’Isis.
  • I cittadini dell’Oman non possono utilizzare le reti VPN e le aziende possono chiedere apposite licenze, ma solo per quelle approvate dal governo.
  • In Iran il bando risale addirittura al 2013, ma alcuni servizi sono approvati dal governo. Il problema è che i siti considerati “illegali” non possono essere raggiunti a prescindere (da qui si pensa a dati condivisi con il governo).
  • In Egitto non c’è una vera e propria legge che blocca l’accesso alle VPN, ma sulla rete nazionale vengono oscurati molti servizi (tra cui le VPN).
  • Particolare il caso del Turkmenistan, dove vige una forte stretta sulle connessioni a Internet: si può accedere alla rete attraverso un solo fornitore di servizio, quindi le VPN sono bandite.
  • Come ovvio, in Corea del Nord l’accesso a internet è molto limitato e le reti private virtuali sono illegali.

All’elenco si potrebbero aggiungere anche gli Emirati Arabi: lì si possono utilizzare le reti VPN, ma non per scopi criminali. Il problema è il contesto: è penalmente perseguibile anche chi effettua l’accesso a portali di incontri, siti per adulti e similari.

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