È stata archiviata la denuncia di Musk contro il CCDH

L'azione mossa dal proprietario di X contro l'Organizzazione che monitora l'odio online è state respinta

08/04/2024 di Enzo Boldi

La libertà di espressione del pensiero è sacrosanta, ma ha un limite: non deve andare a interferire e superare quella degli altri. Questo concetto non sembra essere molto chiaro all’autoproclamato re del libero pensiero attraverso le piattaforme social: Elon Musk. Nella sua perpetua ricerca di diventare il centro del mondo, il proprietario di X aveva intentato una causa nei confronti della CCDH, un’organizzazione no profit che si occupa di monitorare e segnalare le distopie del linguaggio dell’odio sulle varie piattaforme. Accuse sconclusionate – a partire dall’oggetto della causa che faceva riferimento a una presunta violazione dei termini di servizio – che si sono concluse con un’archiviazione.

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Una vera e propria figuraccia per Elon Musk: sbandieratore della libertà di pensiero. Ma solo di quella sua e di chi la pensa come lui, non di coloro i quali denunciano le storture che si sono palesate su X (ex Twitter) da quando lui l’ha acquistata per 44 miliardi di dollari. Perché lo stesso giudice del Tribunale federale di San Francisco, Charles Breyer, ha sottolineato come l’intero piano accusatorio mosso dall’azienda X Corp. contro l’organizzazione non profit CCDH (Center for Countering Digital Hate) fosse sconclusionato fin dal principio. Nel corso dell’audizione, infatti, lo stesso magistrato ha spiegato che il presupposto (presunta violazione dei termini di servizio) fosse del tutto fuori dalla logica e, in caso, l’azienda di Musk avrebbe potuto tentare la via dell’accusa per diffamazione.

X contro CCDH, il giudice ha archiviato la causa

E, invece, ancora una volta questa vicenda – chiusa con il respingimento di tutte le accuse nei confronti dell’organizzazione che monitora il linguaggio dell’odio sulle piattaforme digitali – mostra l’allergia di Elon Musk alle critiche: è lui il primo a voler far chiudere alla bocca a chi critica lui e le sue aziende, per poi innalzare al cielo la bandiera della “libertà di pensiero” quando – ormai il giochetto è piuttosto evidente – si vuole lasciare spazio a teorie del complotto sull’immigrazione e molto altro. Insomma, un vero e proprio manifesto Repubblicano (per quel che riguarda gli Stati Uniti d’America) e della destra a livello mondiale. E nella sentenza di archiviazione, questo canovaccio viene confermato:

«X Corp. ha intentato questo caso per punire CCDH per le pubblicazioni CCDH che criticavano X Corp. – e forse per dissuadere altri che potrebbero voler impegnarsi in tali critiche». 

Insomma, il paladino della libertà di pensiero è uno dei primi a voler censurare chi lo critica. Una bandiera al vento che sembra più una banderuola.

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