Cécile Kyenge ha aiutato le persone in quarantena a votare

Da medico, ha risposto alla chiamata dell'Asl in Veneto

21/09/2020 di Gianmichele Laino

Nelle elezioni più particolari degli ultimi anni, sia per il periodo in cui ci si è recati alle urne, sia per le condizioni con cui scrutatori ed elettori si sono trovati a confrontarsi, c’è anche una possibilità che è stata presa in considerazione, quella del voto in quarantena. Diverse persone positive al coronavirus, infatti, non sarebbero state in condizione di esercitare il proprio diritto costituzionale, viste le norme stringenti per i pazienti contagiati, sia sintomatici, sia asintomatici. Tuttavia, questa formula particolare di suffragio è stata prevista ed è stata messa in piedi grazie al lavoro incessante delle Asl sul territorio.

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Voto in quarantena, Cécile Kyenge tra i medici del Veneto che lo hanno reso possibile

All’appello dell’Asl di Padova, nella fattispecie, ha risposto anche Cécile Kyenge. L’ex ministro dell’Integrazione, voluto da Enrico Letta, è infatti un medico e ha prestato la sua opera – come testimoniato anche da una foto sui social network – per permettere alle persone in isolamento a casa di votare sia per il referendum, sia per le elezioni regionali in Veneto.

Munita delle classiche tute a scafandro e di tutti gli altri dispositivi di protezione, l’ex eurodeputata del Pd è entrata nelle case dei veneti insieme ai volontari della Croce Rossa per contribuire a concedere uno spunto di normalità a chi, contagiato da coronavirus, sta ultimando il suo periodo di quarantena.

Come si fa per il voto in quarantena

Il voto domiciliare è già previsto, a determinate condizioni, per alcune tipologie di pazienti. Da quest’anno, è stato esteso anche ai pazienti Covid, non senza qualche problema organizzativo. Inizialmente, un dpcm aveva previsto questa possibilità per tutti quelli che fossero risultati positivi prima del 15 settembre. Tuttavia, alcune regioni e comuni hanno previsto una proroga per questa scadenza. In ogni caso, il diritto di voto in quarantena è stato richiesto soltanto da una porzione limitatissima di cittadini: su 37.289 persone positive al coronavirus alla data del 15 settembre, in meno di mille hanno chiesto la possibilità di esprimere il voto.

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