ABC dice che Maduro inviò 3,5 milioni di finanziamento al «partito rivoluzionario e anticapitalista» M5S

A leggere la definizione che il governo del Venezuela di Nicolas Maduro dava del Movimento 5 Stelle, quasi non ci si crede. Secondo il presidente venezuelano, infatti, nel 2010 i pentastellati rappresentavano un «movimento rivoluzionario e anticapitalista di sinistra nella Repubblica italiana» promosso da Gianroberto Casaleggio. Per questo motivo, secondo il quotidiano spagnolo ABC che ha avuto accesso a documenti classificati, Maduro decise di inviare, attraverso il console in Italia Gian Carlo di Martino, 3,5 milioni di euro di finanziamento per il partito che era stato fondato nel 2009. Una rivelazione clamorosa sull’asse Venezuela-M5S.

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Venezuela-M5S, la storia dei fondi da 3,5 milioni raccontata da ABC

Nell’articolo di ABC si legge:

«I 3,5 milioni di euro sono stati inviati “in modo sicuro e segretamente attraverso la borsa diplomatica”, come si evince letteralmente dal dossier dell’intelligence militare che Hugo Carvajal, un fuggitivo per la giustizia dallo scorso novembre. La giustizia americana lo sta indagando per crimini legati al traffico di droga e per aver fornito armi ai guerriglieri delle FARC colombiane. Fuggì dalla Spagna senza che le autorità giudiziarie e di polizia lo impedissero».

I 3,5 milioni di euro sarebbero arrivati da un fondo a disposizione dell’allora ministro degli Interni e oggi vicepresidente del ministero dell’Economia in Venezuela, Tareck el Aissami, una delle persone che faceva parte della cerchia stretta di fiducia di Nicolas Maduro. Tre anni fa, el Aissami era stato sanzionato per reati collegati alla droga dal dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti per il controllo delle attività estere.

Venezuela-M5S, la ricostruzione dei legami con Maduro

Sempre secondo ABC, i chiarimenti richiesti alle parti in causa non hanno sortito alcun effetto, prima dell’uscita dell’articolo esclusivo con cui si è data notizia di questo presunto finanziamento da 3,5 milioni di euro:

«Il governo venezuelano – si legge nella testata – ha scelto di non rispondere alle domande inviate dalla ABC a Maduro ed El Aissami. Anche l’attuale leader dell’M5S, Vito Crimi, il suo ex capo politico, Luigi Di Maio, il console venezuelano a Milano, Gian Carlo di Martino e lo stesso Beppe Grillo hanno avuto la possibilità di rispondere. Nessuno di loro ha risposto alle domande su questo giornale».

Il quotidiano spagnolo non manca di sottolineare come l’Italia – il M5S è al governo e ABC evidenzia il numero di ministri pentastellati nell’attuale compagine esecutiva – non abbia riconosciuto Juan Guaidò come presidente del Venezuela dopo il colpo di Stato ai danni di Maduro, uno dei tre Paesi dell’Unione Europea – insieme a Slovacchia e a Cipro – a prendere questa decisione. Inoltre, ha ricostruito tutti gli interventi favorevoli al Venezuela da parte di esponenti del M5S (da Alessandro Di Battista fino ad arrivare a Manlio Di Stefano) e gli scambi diplomatici che ci sono stati negli ultimi anni. Noi, ad esempio, abbiamo registrato la posizione del parlamentare Pino Cabras che, a gennaio 2019, disse che ciò che stava succedendo in Venezuela, con una seria crisi politica che aveva portato a un colpo di stato, era un affare dei venezuelani. La notizia è destinata a infiammare il dibattito politico italiano nella giornata di oggi.

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