Su Facebook c’è chi chiede donazioni fingendosi la moglie del disperso nella Valzoldana

Federico Lugato è il trentanovenne scomparso il 26 agosto in Valzoldana. Dopo l'attivazione dei soccorsi, qualcun altro si attiva chiedendo donazioni e spacciandosi per la moglie

31/08/2021 di Giorgia Giangrande

Federico Lugato è l’uomo scomparso giovedì 26 agosto durante una passeggiata in montagna in solitaria. Da qualche giorno la moglie sta richiedendo – attraverso i suoi canali social – la massima condivisione della notizia, al fine di raccogliere qualsiasi testimonianza possa essere utile alle ricerche del marito, tra le montagne impervie della Val di Zoldo.

LEGGI ANCHE > Facebook limita i profili dei militari che diffondono fake news in Myanmar

Le ricerche di Federico Lugato

Anche il presidente della regione Veneto Luca Zaia ha condiviso su Instagram un post con l’annuncio della scomparsa di Federico Lugato, invitando chiunque lo avesse incontrato o avesse sue informazioni a contattare i Carabinieri.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Luca Zaia (@zaiaufficiale)

La moglie, Elena Panciera (su Instagram @cassandra.divina), sta lavorando ininterrottamente per raccogliere l’aiuto di quanti possano dare il loro contributo. Le richieste spaziano dalla ricerca di droni a quella di persone che si siano geolocalizzate tramite IgStories in Val Zoldana nei giorni della scomparsa di suo marito. In poco tempo, l’appello ha raggiunto noti personaggi pubblici, influencer da milioni di followers e anche la pagina ufficiale di Chi l’ha visto.

La raccolta fondi per l’uomo scomparso in montagna

Unitamente alle condivisioni nei vari social media, è anche partita una raccolta fondi sotto l’hashtag #TroviamoFederico, che la moglie commenta così: «Speriamo che servano a trovare Federico. E che per una volta, forse l’unica, i soldi facciano e significhino la felicità. Di abbracciarlo di nuovo». In un’altra Story spiega poi che la raccolta fondi serve «per finanziare pasti e pernottamenti di persone che vogliono aiutare nelle ricerche; consulenze informatiche, legali e tecniche». Poi, per una maggiore trasparenza, specifica che «eventuali fondi in eccesso verranno donati al Soccorso Alpino, i cui volontari si stanno prodigando nelle ricerche».

In tutta quest’eco di solidarietà, altruismo ed energie positive, qualcuno però traveste i panni del guasta feste e – come se non bastasse già l’angoscia per la ricerca – sbuca fuori un profilo falso, non a caso omonimo della moglie, che su Facebook e Messenger chiede donazioni su Amazon. La moglie, nonché la vera Elena Panciera, giudica così l’accaduto: «Internet è bello e sta tirando fuori le cose più belle. Ma ci sono anche persone brutte. Attenti perché c’è un profilo falso a nome mio, che sta girando chiedendo soldi».

In linea con il pensiero della moglie Elena, riteniamo che episodi di questo tipo rappresentino il peggio dell’Internet. Noi di Giornalettismo segnaliamo quotidianamente le fake news che circolano nel web e anche se tutte rispecchiano un comportamento errato, alcune fanno più male di altre. E speculare su un dolore di questo tipo è indice di una condotta poco civile e di un animo vile.

Update: correzione del cognome dell’uomo scomparso, dietro segnalazione della famiglia

Share this article