Un fotografo accusato di vendere immagini di bambini a pedofili ha continuato a usare Instagram anche dopo l’arresto
La storia di questo uomo pone un grande interrogativo: regole ancora più ferree da parte di Meta o maggiore attenzione da parte dei genitori?
28/06/2022 di Clarissa Cancelli
Un fotografo accusato di vendere foto a pedofili è stato in grado di usare Instagram per mesi dopo essere stato arrestato. È la scioccante storia pubblicata da Forbes, che ha evidenziato come Meta abbia fallito nel proteggere i bambini sulle sue piattaforme.
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Il fotografo ha continuato a usare Instagram anche dopo l’arresto
Il 48enne Durtschi aveva fatto carriera fotografando i bambini. A volte, pagava il genitore o il bambino fino a 1.000 dollari a scatto, prima di vendere le foto ad acquirenti sconosciuti. Così il Dipartimento di Giustizia. Durthschi pubblicava spesso le sue foto su due suoi account Instagram, ora rimossi dalla piattaforma di proprietà di Meta. I clienti lo contattavano proprio lì, pagando le foto su PayPal. L’analisi del suo conto ha rilevato che oltre 70 clienti lo avevano pagato tra 100 e 1.100 dollari per le immagini. «Di questi 70 uomini, molti sono stati condannati per reati sessuali o hanno avuto altre condanne correlate», ha affermato l’FBI. Uno di questi era persino stato per sequestro di persona. Durtschi è stato arrestato a marzo e incriminato ad aprile. Si è dichiarato non colpevole delle accuse di sfruttamento sessuale dei bambini. Ma il suo arresto non avrebbe avuto alcun effetto sull’uso del social da parte sua. Forbes ha infatti raccontato che Durtschi, usando altri due account, avrebbe continuato per mesi a utilizzare il sito per condividere immagini di minori. E questo dopo essere stato accusato e arrestato. Questo caso non solo pone l’attenzione sul fatto che Instagram sia utilizzato come un vero mercato per le immagini dei bambini, ma mostra anche quanto facilmente coloro che sfruttano i giovani possano eludere l’ “esilio” e tornare a usare il social in modo improprio, anche dopo essere stati arrestati.
La politica di Instagram
«Abbiamo sempre rimosso i contenuti che sessualizzano esplicitamente i bambini e l’anno scorso abbiamo aggiornato le nostre politiche per aiutare a rimuovere i tipi più sottili di sessualizzazione, incluso il caso in cui gli account condividono immagini di bambini insieme a commenti inappropriati sul loro aspetto», ha affermato il portavoce di Meta. «Sappiamo che potrebbero esserci persone che cercano di aggirare i nostri sistemi, motivo per cui lavoriamo sempre per assicurarci di essere un passo avanti». Il portavoce ha sottolineato la politica di Meta che vieta qualsiasi contenuto che sessualizza i bambini. Meta non consente ai bambini di indossare “costumi sessualizzati” o in un “ambiente scenico (ad esempio, su un letto) o fotografati professionalmente (qualità/messa a fuoco/angolazioni). Ma evidentemente ci sono utenti che riescono a bypassare tali regole, pubblicando foto apparentemente legali, ma che poi vanno a finire nelle mani sbagliate. La storia di questo uomo pone un grande interrogativo su come proteggere i bambini da tutto questo: regole ancora più ferree da parte di Meta o maggiore attenzione da parte dei genitori?