Il tentativo di phishing spacciandosi per la Dirigente Superiore della Polizia Nunzia Ciardi
Una dinamica che abbiamo già incontrato nel corso delle scorse settimane con "protagonista" - a sua insaputa - il comandante dei Carabinieri Teo Luzi
06/04/2022 di Enzo Boldi
Mail inviate da indirizzi che non hanno nulla di ufficiale e istituzionale. Comunicazioni che si spacciano per richieste di convocazioni ufficiali per rispondere di reati come pedofilia, pedopornografia e tutte le sfumature di questi atti vergognosi. Il tutto inviato a migliaia di cittadini con una firma: quella della dirigente della Polizia di Stato Nunzia Ciardi. Chi riceve questa e-mail, però, può stare tranquillo (e cestinarla senza rispondere): si tratta, ancora una volta di un tentativo di truffa e phishing sfruttando i nomi dei vertici delle forze dell’ordine italiane.
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Nel mese di febbraio avevamo affrontato una storia analoga, però legata al nome del comandante generale dell’arma dei Carabinieri Teo Luzi. E ora la vicenda si ripete, con un cambio di “protagonisti” a loro insaputa. Al posto del militare, infatti, nelle mail truffaldine appare il nome di Nunzia Ciardi.
Loghi ufficiali, nomi e riferimenti a presunti reati commessi. Ma questa mail è piena di contraddizioni. Innanzitutto, come accadde per quella “del comandante generale dei Carabinieri Teo Luzi”, nessuna istituzione e nessuna forza dell’ordine contatta un cittadino via mail (inoltre non con un indirizzo con dominio @gmail). Inoltre non si rivolgerebbe mai in seconda persona. Poi ci sono altre incongruenze.
Nunzia Ciardi, la dirigente di Polizia usata per phishing
Nunzia Ciardi, come spiegato anche in una nota della Polizia Postale del febbraio scorso (nei giorni in cui le prime mail phishing iniziavano a circolare) non è più direttrice del Dipartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni. E, in fondo alla comunicazione, si fa riferimento a una denuncia che sarà girata a Edmondo Bruti Liberati “procuratore della Repubblica di Milano”. Peccato che il magistrato sia in pensione dal 2015. Insomma, tanti piccoli ed evidenti errori in questo tentativo di truffa e terrorismo via mail che ricalca in pieno una tendenza inaugurata fin dall’inizio dell’anno.