Pillon e l’antico Egitto dove «avevano compreso che la famiglia è una società naturale benedetta da Dio»

Secondo Pillon, quindi, una società in cui la famiglia si formava basandosi spesso e volentieri sull'incesto sarebbe da prendere come modello?

24/10/2022 di Ilaria Roncone

Nell’augurare buona domenica ai suoi amici su Twitter, Simone Pillon – senatore nella scorsa legislatura per la Lega che non è stato riconfermato – ha scelto parlare, come sempre, di tematiche legata alla sola famiglia per lui ammissibile: quella tradizionale. Dal presunto indottrinamento LGBTQ di Sky ai tentativi di delegittimare il DDL Zan anche a costo di diffondere fake news, le posizioni conservatrici del politico – che se la prende anche con la Rai se permette la trasmissione di cartoni con personaggi non eterosessuali – non sono certo un mistero. Ieri Pillon ha scomodato l’antico Egitto – condividendo un’immagine della stele di pietra calcarea che si trova al Neues Museum e che ritrae Akhènaton con la moglie Nefertiti e le loro tre figlie sotto il dio sole Aton – per parlare dei «raggi di sole che illuminano il padre, la madre e le loro bambine. Entrambi gli sposi sono seduti in trono, uno di fronte all’altra con pari dignità». Conclusione del post – che di certo non è passato inosservato in rete, col nome del leghista in trend su Twitter oggi -: «Già nell’antico Egitto avevano compreso che la famiglia è una società naturale benedetta da Dio». Pillon sulla famiglia antico Egitto, però, sembrerebbe non avere le idee particolarmente chiare.


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Pillon sulla famiglia antico Egitto da prendere come esempio: la conosce la storia?

Sono molte le persone che hanno scelto di commentare il tweet e di ricondividerlo riportando, innanzitutto, la storia di quella relazione da cui sono nati figli che Pillon sceglie di portare come esempio di famiglia da imitare – quella composta da Akhènaton e Nefertiti – evidenziando come sia composta da una donna e un uomo che si prendono cura della prole, quella «famiglia che è una società naturale benedetta da Dio» che sarebbe stata compresa «già nell’antico Egitto».

Lo sa, Simone Pillon, che di recente una serie di analisi su una mummia hanno rivelato che Akhènaton prese in moglie (oltre a Nefertiti, poiché all’uomo era concesso avere più relazioni) una delle sue sorelle biologiche e dall’unione nacque Tutankhaton? Tutankhaton che, a sua volta, quando fu il suo turno prese in moglie la sorellatra Ankhesenamon nata dall’unione di Nefertiti e Akhènaton, appunto.


C’è chi, inoltre, riporta altre realtà relative alle usanze familiari e ai legami nell’antico Egitto che – almeno all’apparenza – dovrebbero andare in contrasto con le idee che Pillon ci tiene costantemente a veicolare. Per gli egizi, infatti, l’incesto non era proibito e – anzi – era una pratica incoraggiata tra persone consanguinee sia per ragioni finanziarie che per ragioni religiose. Sul piano religioso, l’incesto era sacro poiché l’umanità avrebbe preso il via grazie all’unione – definita perfetta – dei fratelli Iside e Osiride. Da punto di vista finanziario, invece, la regola era che l’eredità della coppia andasse ai consanguinei della donna, quindi unirsi tra fratelli e sorelle permetteva di mantenere intatti i beni della famiglia.

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