TIM: escluso Huawei per fornitura 5G in Italia e Brasile

TIM  ha deciso che terrà in considerazione solo aziende europee e statunitensi per la fornitura del 5G in Italia e in Brasile, escludendo la multinazionale cinese Huawei dalla lista dei potenziali collaboratori.

Non ci sarebbe «nessuna scelta politica, solo industriale per diversificare i partner», alla base dell’esclusione della multinazionale cinese, secondo fonti aziendali del colosso delle telecomunicazioni, come riportato da Repubblica.

Per ora, le aziende invite formalmente da TIM per una discussione ufficiale sono Ericsson, Cisco, Manevir, Nokia e Affirmed Networks, recentemente comprata da Microsoft.

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Negli Stati Uniti e in Europa cresce lo scetticismo verso Huawei

La notizia è arrivata dopo che diversi Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno espresso preoccupazioni verso il possibile utilizzo del network 5G come mezzo del governo cinese per spiare le principali infrastrutture di comunicazione occidentali tramite Huawei.

In generale, il colosso cinese è famoso per la sua abilità di adattarsi a continui cambiamenti in un panorama internazionale ostile. Lo scorso anno, in seguito ad altri veti imposti da Washington, Huwaei aveva creato, in tempo record, il sistema operativo HarmonyOs per evitare di usare Android.

«La sicurezza e lo sviluppo digitale dell’Italia dovrebbero essere basati su un approccio radicato nei fatti e non in accuse infondate», ha detto un portavoce di Huawei difendendo la reputazione dell’azienda come un gruppo privato.

Recentemente, il governo statunitense ha invitato i suoi alleati in Europa ad escludere Huawei e altri giganti delle comunicazioni cinesi dalle loro infrastrutture per proteggere la sicurezza cibernetica del continente.

Intanto, ll Regno Unito sta riconsiderando la sua decisione di permettere a Huawei di avere un ruolo, seppur limitato, nella costruzione del network 5G nel Paese in seguito alle dichiarazioni della casa bianca.

«Se le linee guida attuali dovessero essere rinforzate e se ulteriori limitazioni dovessero essere imposte, dovremmo spendere miliardi di sterline per cambiare le infrastrutture attuali», Ha spiegato Andrea Dona di Vodafone UK a Sky News, parlando delle conseguenze del possibile cambio di rotta del governo.

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