I no-green pass che strappano il microfono e colpiscono la telecamera al TGR Friuli Venezia Giulia

È arrivata la nota del comitato di redazione dopo l'aggressione. L'odio dei no green pass e no-vax nei confronti dei giornalisti è ormai evidente

12/10/2021 di Redazione

Un clima inaccettabile è quello che sta respirando il TGR Friuli Venezia Giulia. Da qualche tempo, i suoi giornalisti sono oggetto di attacchi – sia verbali, sia fisici – da parte dei no green pass e dei no-vax. Già il 1° ottobre c’era stato un vero e proprio presidio molto agitato presso la redazione della sede locale del tg regionale. Durante le manifestazioni dei giorni scorsi a Trieste, invece, alcune persone particolarmente nervose se la sono presa con la troupe, aggredendo la giornalista, strappandole il microfono di mano e lanciando a terra la telecamera dell’operatore. Il tutto mentre la troupe documentava alcune farneticazioni contro i giornalisti e contro la libertà di pensiero limitata dai social network.

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TGR Friuli Venezia Giulia, l’aggressione alla troupe

Il comitato di redazione della testata ha espresso solidarietà alla collega e ha chiesto che questa escalation di violenze possa fermarsi. «È stato strappato il microfono tra le mani della collega e lanciato tra la folla, colpita la telecamera e fatta cadere. Se il diritto a manifestare è assolutamente legittimo, ogni forma di violenza e intimidazione nei confronti dell’informazione è invece inaccettabile. Chiediamo alle autorità di individuare i responsabili del gesto e ricordiamo che il diritto dovere di informare è previsto dalla Costituzione».

Il clima nei confronti dei giornalisti che si respira nel corso delle manifestazioni no-vax è davvero inaccettabile. Del resto, all’interno del servizio proposto dal TGR Friuli Venezia Giulia c’è la dichiarazione di un manifestante che riprende un concetto che – in queste ore – si sta riproponendo in maniera molto virale nella chat di Telegram No Green Pass, vinciamo insieme: che senza i social network che veicolano articoli e informazioni varie, avremmo avuto più libertà di pensiero e di crearci una coscienza.

Che è esattamente il contrario, invece, di quanto sta accadendo in questa fase. È solo l’esempio che fa capire come alcuni concetti, ripetuti all’infinito contro i giornalisti e contro la stampa, stiano entrando sempre di più nell’opinione comune. Ed è unca cosa di cui non bisogna andare fieri.

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