È peggio Miley Cyrus che “dimentica” il reggiseno o TgCom24 che dimentica come si fa giornalismo?
Un articolo sul nulla pubblicato sul sito e sui social (prima di rimuoverlo)
25/01/2021 di Enzo Boldi
Era il mese di marzo quando Mediaset iniziò a mandare in onda uno spot in cui si rivendicava: «Oggi più che mai l’informazione influenza la nostra vita e la nostra sicurezza. Le notizie sono una cosa seria. Fidati dei professionisti dell’informazione. Scegli gli editori responsabili, gli editori veri. Scegli la serietà». Sogni che vanno a sbattere contro la realtà. Basti pensare all’articolo (e al tweet, poi rimosso) di Tgcom24 su Miley Cyrus senza reggiseno.
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L’articolo fa parte dela rubrica ‘Look da Vip’, dove si commentano gli outfit delle star italiane e internazionali. Ma qui si va ben oltre. Il tweet, poi rimosso (ma non l’articolo), recitava così:
con tutto quello che succede nel mondo in questo momento, immagino era proprio necessario, fondamentale un articolo su miley cyrus senza reggiseno, non oso immaginare come avremmo fatto ad andare avanti senza questa informazione…… pic.twitter.com/Oo5NsU8dic
— gessi (@xhesi_she) January 25, 2021
«Miley Cyrus (taggata, ndr) a spasso per Los Angeles: la mascherina la indossa, ma dimentica altro». Quel che si sarebbe dimenticata è il reggiseno. Come se fosse un obbligo per una donna indossarlo.
Tgcom24 su Miley Cyrus senza reggiseno: l’informazione in casa Mediaset
Ma il titolo, le foto, la non-notizia e il tweet sono addirittura il male minore di questa vicenda. All’interno dell’articolo (con tanto di didascalie sotto le immagini) si descrivono i movimenti di Miley Cyrus che, secondo l’estensore dell’articolo, e le sue pose plastiche «per mostrare anche il sedere». Insomma, una sorta di Medioevo giornalistico che ha provocato moltissime reazioni. Innanzitutto per i toni utilizzati sia sui social che all’interno del pezzo. Un qualcosa di molto simile a quel voyeurismo dei giornali italiani su Diletta Leotta. Insomma, nel 2021 si può fare anche a meno di articoli di questo tipo. O, almeno, non spacciarli per giornalismo.