Anno 2021 e ancora fanno queste pubblicità

Un'impresa di sanificazioni e pulizia sponsorizza le proprie offerte con il classico doppio senso sessista

25/01/2021 di Enzo Boldi

Non fa ridere, ma lo fanno lo stesso. Il Comune di Lizzanello, in provincia di Lecce, si è scagliato contro un’azienda che ha realizzato una campagna pubblicitaria arricchita dai classici cliché sessisti e da quel tipico doppio senso a sfondo sessuale (il tutto con l’immagine di una donna che indossa una mise succinta). «Ve la diamo gratis», è scritto a caratteri cubitali sui manifesti affissi in città. E si parlava di pulizia a sanificazione, quindi il riferimento sessuale (privo di senso) dovrebbe già esser cancellato.

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E, invece, l’azienda di pulizie ha deciso di rimanere ancorata al passato producendo una campagna pubblicitaria fuori ogni logica. Siamo nel 2021 e ancora si pensa di convincere potenziali acquirenti e clienti con messaggi come «ve la diamo gratis» e immagini ammiccanti di donne succinte. E lo sfogo del sindaco di Lizzanello è sacrosanto.

Ve la diamo gratis, l’ennesima pubblicità sessista

«Una pubblicità sessista oggi ha disturbato la consueta quiete che contraddistingue le domeniche pomeriggio della nostra comunità. Un bizzarro richiamo alla donna, come archetipo retrogrado di genere sottomesso – afferma il sindaco Fulvio Pedone -. Di fatto, un errore ha richiamato Lizzanello quale località di appartenenza della società che ha sfruttato lo slogan sessista per il proprio business. Lizzanello ne è solo la sede legale, la compagine, per fortuna, è altrove. Ad ogni modo Lizzanello e Merine non si tirano indietro e saranno sempre presenti per parteggiare contro le ingiustizie e combattere per una buona causa e questa di certo lo è».

La replica dell’azienda

«Non volevamo lanciare un simile messaggio. La locandina è stata realizzata dall’azienda che gestisce l’immagine della ditta e ha scelto uno slogan solo un po’ diverso, ma mai e poi mai possiamo essere tacciati di sessismo. Peraltro l’80 per cento del nostro personale è composto da donne. A ogni modo dispiace dover constatare insulti e cattiverie. In un mondo civile non è questo il modo di manifestare il proprio dissenso e per dimostrare la nostra buona fede ci scuseremo con una lettera che sta preparando il nostro legale Andrea Maggiulli chiarendo, una volta per tutte, quest’equivoco».

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