Confcommercio e la locandina sessista: le scuse di chi non ha capito il punto

Le scuse di Confcommercio sono quelle di chi domanda perdono non capendo cosa ha fatto di male

29/12/2020 di Ilaria Roncone

Stiamo per salutare il 2020 e dare il benvenuto al 2021, eppure ancora non ci siamo. Il manifesto sessista Confcommercio è stato ripreso e criticato da moltissimi, tanto che l’organismo ha ritirato la locandina porgendo le scuse del caso. Il punto, però, è sempre il medesimo: creare un simile progetto non rendendosi conto di come verrà percepito da chi ne è destinatario, con un’immagine che parla da sé e che ha una serie di significati sottintesi evidenti, dimostra che la mente di moltissime persone ancora non è tarata per la parità di genere. Ma andiamo con ordine.

LEGGI ANCHE >>> Littizzetto sulle accuse di sessismo: «Libertà è pubblicare la foto come ti pare e di parlarne come ti pare»

Il manifesto sessista Confcommercio Lucca e Massa Carrara

L’immagine che ha scatenato le proteste di molti e che da molti è stata vista interpretata come sessista vede ritratta una famiglia cosiddetta tradizionale: “un lavoratore, un padre che guarda speranzoso al futuro” – l’unico dei tre personaggi ritratto con occhi e naso, una caratterizzazione che lo differenzia fortemente dagli altri due -, “sua moglie, la sua famiglia” e “suo figlio, il suo futuro”. Non donna, non lavoratrice: moglie e famiglia. Più chiaro di così? Peccato che, nel post di scuse, Confcommercio Lucca e Massa Carrara sembri cadere dal pero.

Le scuse di Confcommercio Lucca e Massa Carrara per la locandina sessista

La sorpresa massima: questa la reazione di Confcommercio Lucca e Massa Carrara dopo le tante critiche ricevute. Le scuse arrivano e la colpa è di chi ha ideato il progetto: «Viste le reazioni negative alla locandina del progetto, appare evidente che qualcosa di sbagliato ci sia stato nella stesura di quella immagine. A tal punto da generare un enorme fraintendimento su quelle che erano e sono le nostre intenzioni. E su quelli che erano e che sono i nostri principi ispiratori. Proprio perché si è trattato di un errore in buona fede, chiediamo pertanto scusa di cuore a tutti coloro che si siano sentiti offesi da quella immagine, che certamente rappresenterà anche per noi uno stimolo a lavorare in futuro con ancora maggiore impegno». L’intento è quello di spostare nuovamente l’attenzione sul progetto, il cui scopo è quello di «supporto psicologico per imprenditrici, imprenditori e i loro dipendenti che stiano attraversando un momento difficile a causa delle ricadute dell’emergenza sanitaria». Confcommercio ha dimostrato, attraverso queste parole, di non aver afferrato il punto facendo la gnorri. La soluzione? La prossima volta provvedano con un manifesto in cui lei è “lavoratrice e madre che guarda speranzosa al futuro” e lui “marito, la sua famiglia”, dimostrando così di concepire un’idea di famiglia che non metta al centro esclusivamente l’uomo come lavoratore e la donna come moglie.

Share this article
TAGS