Littizzetto sulle accuse di sessismo: «Libertà è pubblicare la foto come ti pare e di parlarne come ti pare»

La replica dell'attrice a Che Tempo Che Fa

14/12/2020 di Gianmichele Laino

«Viva le donne che sanno ridere». Inizia così il monologo di Luciana Littizzetto sul sessismo. L’attrice, infatti, si è presentata – come da tradizione – davanti alle telecamere di Che Tempo Che Fa e ha risposto, colpo su colpo, alle accuse di sessismo che le sono state rivolte, dopo la battuta sulla fotografia di Wanda Nara nuda su un cavallo e la Jolanda prensile nel monologo di domenica scorsa. Sui social network si era scatenata una vera e propria polemica per i termini che erano stati utilizzati e per le espressioni impiegate per parlare di un’altra donna. Tuttavia, la difesa di Luciana Littizzetto è molto forte.

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Luciana Littizzetto sul sessismo: il monologo che smonta le accuse

Luciana Littizzetto: «Libertà di pubblicare una foto e di fare una battuta su questa foto»

Luciana Littizzetto ha prima dato la sua definizione di sessismo. Ha detto che il sessismo è ritenere la donna inferiore, impedire alla donna di parlare e di avere diritti, mutilare i suoi genitali per impedirle di provare piacere, vietare la pubblicazione di immagini. Poi, passa al caso di Wanda Nara che aveva fatto tanto discutere (e che aveva sollevato la reazione della stessa protagonista della fotografia): «Se una donna fa una battuta discutibile su un’immagine discutibile di un’altra donna fa sessismo? No. Perché c’è la libertà sia di pubblicare una foto come ti pare, sia di parlarne come ti pare. A ogni azione c’è una reazione. È solo un fenomeno della fisica e in questo caso del fisico».

Alla fine, Luciana Littizzetto sottolinea come l’ironia e l’autoironia siano importanti, per tutti noi, soprattutto in un momento così complesso come quello che stiamo attraversando: «Siano benedette – conclude – la Marcuzzi e la De Filippi, la D’Urso e Hunziker, Filippa, che sia santificata la Belen e le Rodriguez tutte. Perché sono donne che sanno ridere. Perché ridere è una salvezza. È una delle poche cose che in questi tempi cosi duri ci ha salvato».

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