Così Russia e Cina spiano le aziende high-tech olandesi: c’è chi si finge un collega e cerca di ottenere segreti aziendali
La prassi pare essere verificata anche dai servizi segreti del Paese, tanto che si pensa a una campagna di sensibilizzazione sull'argomento
07/02/2022 di Redazione
Ci sono strani collegamenti in corso su Linkedin in Olanda. A quanto pare, infatti, i servizi segreti dei Paesi Bassi – l’AIVD – hanno evidenziato operazioni anomale sul social network professionale per chi offre e cerca lavoro. I dipendenti delle aziende strategiche nel settore hi-tech vengono contattati sempre più spesso da account falsi che, spacciandosi per colleghi o per consulenti e reclutatori, cercano di acquisire informazioni in merito alle aziende per cui le persone contattate lavorano. Stando all’agenzia di intelligence olandese, sarebbero persone appartenenti a gruppi di Russia e Cina che starebbero lavorando ai fianchi per carpire segreti aziendali di importanti aziende olandesi a livello tecnologico e digitale.
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Spionaggio su Linkedin, i sospetti su Russia e Cina
Che la minaccia sia incombente e urgente lo testimonia anche il fatto che l’agenzia di sicurezza olandese starebbe pensando a una campagna di sensibilizzazione sul tema che possa sfruttare i canali social per avvertire i vari dipendenti delle aziende attenzionate. Il sospetto è che, attraverso il meccanismo del ricatto e dell’estorsione, questi finti account vogliano attingere a segreti aziendali per poterli sfruttare per scopi sconosciuti.
Queste le dichiarazioni dell’agenzia di intelligence olandese: «I social network come LinkedIn o Instagram vengono continuamente scansionati. Vengono analizzati per scegliere gli obiettivi. Sono persone che hanno accesso a conoscenze tecnologiche speciali. I dati vengono combinati con le informazioni provenienti da veri e propri hack nella loro organizzazione». Dopo il primo contatto, la relazione diventerebbe sempre più personale e sempre più diretta, quasi a voler stabilire un clima di fiducia reciproca, in cui le più diverse informazioni possano essere condivise. Le informazioni in possesso dell’agenzia di sicurezza olandese partono dalle dichiarazioni di due spie russe che, espulse dal Paese nel 2020, si erano avvicinate per la prima volta alle proprie vittime partendo da un social network come Linkedin.