Spike Lee scrive la storia: sarà il primo presidente della giuria afroamericano del Festival di Cannes 

Il Festival di Cannes 2020 si svolgerà sotto lo sguardo attento di Spike Lee: sarà lui infatti a presiedere la giuria della 73esima edizione del festival. Una decisione senza precedenti: il vincitore del premio Oscar alla carriera nel 2015 sarà infatti il primo afroamericano a ricoprire questo ruolo. Spike Lee scrive la storia: sarà il primo afroamericano ad essere presidente della giuria del Festival di Cannes.

Spike Lee scrive la storia: sarà il primo presidente della giuria afroamericano del Festival di Cannes

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Spike Lee ha raccontato in una lunga intervista pubblicata sul sito del festival di Cannes che «quando ho ricevuto la telefonata in cui mi è stata offerta l’opportunità di essere presidente della giuria di Cannes per il 2020 sono rimasto scioccato, felice, sorpreso e orgoglioso allo stesso tempo». Il regista, sceneggiatore e produttore ha sottolineato come il festival francese abbia avuto un «grande impatto» sulla sua carriera cinematografica, arrivando addirittura a dire che «Cannes ha cambiato il mio percorso nel cinema mondiale». Con alle spalle più di trent’anni di carriera come regista, produttore e sceneggiatore, Spike Lee ha sempre affrontato temi impegnativi come il razzismo, l’inclusione sociale delle persone di colore,  le relazioni interrazziali, la violenza e le droghe. L’annuncio è stato dato sui social dall’account ufficiale del festival, che ha pubblicato un video con le immagini più iconiche dei grandi successi di Lee. «La prospettiva di Spike Lee ha più valore che mai» ha dichiarato il Presidente di Cannes Pierre Lescure celebrando la decisione insieme al direttore artistico Thierry Frémaux. «Cannes è dimora naturale e cassa di risonanza globale per coloro che risvegliano le menti e danno uno scossone ai pregiudizi» hanno aggiunto i due commentando la nomina, presagendo che «la personalità fulminante di Spike Lee scuoterà gli animi».

La relazione tra Cannes e Spike Lee non è proprio idilliaca: sono sette i suoi film approdati negli anni al festival, da “Lola Darling” del 1986 fino al recente “BlacKkKlansman”, che nel 2018 si è aggiudicato il secondo premio del festival, il Grand Prix. Conosciutissima la sua aspra critica nel 1989, quando il film “Fa’ la cosa giusta” non vinse la Palma D’Oro e Lee diede la colpa al regista tedesco Wim Wenders che allora ricopriva il ruolo di presidente della giuria. Ora però tocca proprio a Spike Lee: sotto il suo sguardo critico e il suo gusto raffinato i film in gara nella kermesse che si svolgerà dal 12 al 23 maggio si contenderanno l’ambita Palma D’Oro. Oltre ad essere un riconoscimento alla sua carriera e al ruolo fondamentale che ha svolto nel mondo del cinema, questo incarico ha un altro grande valore: è infatti la prima volta che a presiedere la giuria è una persona di colore. Una medaglia che Lee porterà con grande orgoglio. Il regista ha infatti dichiarato di essere «onorato di essere la prima persona nella diaspora africana» a ricoprire il ruolo che lo scorso anno venne assegnato al messicano Alejandro Iñarritu.

(Credits immagine di copertina: fermo immagine video Twitter @Festival_Cannes)

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