La strada verso una smart city passa (anche) dai parcheggi

Giornalettismo ha partecipato all'evento “The Next Move” organizzato da Parking my car e da Fondazione Italia Digitale

16/07/2023 di Ilaria Roncone

Quando si parla di città intelligenti si pensa sempre a un futuro lontano. La realtà dimostra, invece, che i primi tasselli per il domani sono stati messi in questi anni. Parliamo di smart city, un concetto che troppo spesso viene collegato solamente all’evoluzione tecnologica e digitale, ma che racchiude al suo interno una serie di caratteristiche ben precise. Uno dei punti focali  è la mobilità. Non solo nella chiave ai lettura dello sharing e dell’ecologia, ma anche per quel che riguarda uno dei problemi principali che ogni cittadino incontra e affronta quotidianamente: il parcheggio. Giornalettismo ha partecipato all’evento “The Next Move”, organizzato da ParkingMyCar Italia e dalla Fondazione Italia Digitale. Abbiamo sentito i pareri di alcuni partecipanti, tra cui quelli del Sindaco di Caserta, Carlo Marino, dell’Assessore all’Innovazione Tecnologica del Comune di Vibo Valentia, Michele Falduto e quello di Veronica Zucalli, Chief Commercial Officer di ParkingMyCar.

Smart City, se le città intelligenti passano anche dal parcheggio

Perché il parcheggio è fondamentale per la creazione di una città intelligente? Perché il concetto di smart parking è diventato di uso comune anche in Italia. Con il crescere del traffico automobilistico è cresciuta anche l’esigenza di avere una struttura ben definita per quel che riguarda i posti auto. Nel nostro Paese, infatti, sono molti i Comuni che hanno adottato soluzioni tecnologiche proprio per aiutare i cittadini in quella che – altrove – è un’ardua impresa quotidiana. Ma siamo solamente ai primi vagiti di questi progetti, con la speranza che nel giro di pochi anni possano diventare di uso Comune.

Basta questo per definire una smart city? Sicuramente no. Nel corso del 2022, grazie anche al PNRR, molte amministrazioni locali hanno iniziato a investire in questa direzione, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Poi ci sono molte città che hanno effettuato degli interventi che solo parzialmente rispondono ai criteri della “città intelligente”, non creando un ecosistema percepibile da parte del cittadino.

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