Le scuole riaperte nel Lazio, ma non ad Amatrice

Carenza di organico. E la riapertura è stata rinviata a lunedì 21 settembre

14/09/2020 di Enzo Boldi

Quella scuola crollata nella notte del 24 agosto del 2016 è diventata il simbolo della ripartenza per il Comune di Amatrice e di tutte le altre città al confine tra Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria. Quel violento sisma ha provocato la devastazione di un intero territorio che ora, a oltre quattro anni di distanza, fatica ancora a ripartire. Vite spezzate, vite costrette a cambiare le proprie abitudini. Poi c’era la scuola che, come accade ovunque, lascia quella sensazione di normalità e di ritorno a una vita quotidiana stabile. Ma ora, dopo aver anche affrontato l’emergenza sanitaria, la scuola Amatrice segna il passo: se nella Regione sono riaperti gli istituti, lì invece occorrerà attendere un’altra settimana.

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Il motivo? Non i banchi, non gli spazi. C’è carenza di organico tra il personale della Scuola Amatrice. Si tratta dell’Istituto Omnicomprensivo Sergio Marchionne. Il rinvio della riapertura è stato ufficializzato nei giorni scorsi dallo stesso sindaco del comune in provincia di Rieti attraverso un’ordinanza dopo la richiesta ufficiale del Commissario straordinario dell’Istituto.

La scuola Amatrice che non riapre con le altre

Si fa esplicito riferimento al numero esiguo di docenti in servizio. Il tutto sommato ai protocolli per la riapertura della scuole che impediscono l’unione di classi per ovviare a questo problema. Il tutto è stato sottolineato anche dall’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi sui social.

La ripresa dopo il sisma, ma non dopo il Covid

Insomma, questa volta la scuola Amatrice non segna il passo per la ripartenza come, invece, accadde dopo quel tremendo sisma che lasciò i segni (ancora visibili) in quella città e in molte altre del Centro Italia. E, stavolta, la colpa è di un organico insufficiente che non consente (almeno fino alla prossima settimana) di fare ritorno a una parvenza di normalità.

(foto di copertina: da pagina Facebook di Sergio Pirozzi)

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