Pamela Mastropietro, sul ricordo lasciato dalla madre spunta la scritta: «È drogata»

14/02/2019 di Redazione

La scritta oltraggiosa, l’insulto alla memoria di Pamela Mastropietro. È comparsa sulla targa che la madre aveva lasciato, insieme a fiori e lumini, nel giardino di fronte alla casa dove è avvenuto il massacro della giovane ragazza romana di 18 anni, uccisa a Macerata. Nella giornata di ieri, in Corte d’Assise, è iniziato il processo contro l’unico imputato, Innocent Oseghale, che nega di aver ucciso Pamela e afferma di aver partecipato solo all’occultamento del cadavere.

Scritta contro Pamela: «È drogata»

La mamma della ragazza, Alessandra Verni, aveva sistemato quella targa che raccoglieva messaggi di solidarietà e di saluto a Pamela. Un oggetto improvvisato, una sorta di cartello circondato di fiori che aveva come obiettivo quello di lasciare un segno tangibile dell’ultima presenza della ragazza in quel luogo. Su quello stesso cartello era stato lasciato il messaggio offensivo. «È drogata» – si leggeva.

La scritta è stata ripresa dalle telecamere del Tg2 che hanno documentato anche la successiva rimozione della frase in stampatello, vergata con pennarello nero. Con un taglierino, gli amici di Pamela hanno cercato di grattare via quelle due parole che puntano a screditare la vittima di un orrendo femminicidio. Poi, hanno coperto quello stesso punto della targa con altre scritte e con altri fiori, quasi a voler sottolineare come la forza del ricordo di Pamela sia più forte di qualsiasi oltraggio.

Le tesi di accusa e difesa nel processo in Corte d’Assise

Intanto, il processo va avanti. In aula sono state mostrate le foto del corpo di Pamela dopo l’omicidio ed è stato comunicato l’esito dei test tossicologici. Secondo l’avvocato difensore della famiglia della ragazza, Marco Valerio Verni (zio di Pamela), quelle fotografie rappresentano un qualcosa di terribile, che dovrebbe essere opportunamente valutato dai giudici.

La linea difensiva di Innocent Oseghale, invece, resta la stessa, sin dai minuti immediatamente successivi all’arresto. L’avvocato del nigeriano, Simone Matraxia, ha dichiarato: «Gli esami dimostrano che Pamela non è morta a causa delle ferite inferte, ma è una morte che può essere attribuita all’assunzione di sostanze stupefacenti».

[Screenshot del servizio del Tg2 delle 20.30 del 13 febbraio 2019]

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