Nel gruppo Telegram “Sapienza contro il Green pass” si auspica un «attacco hacker» ma si ammette: «non siamo abbastanza bravi»

È una piccola parte di una rete più estesa di gruppi universitari e di movimenti che si stanno creando intorno all'idea no-green pass

26/11/2021 di Redazione

Sembra incredibile, ma quello che non sono riusciti a fare anni di lotte e di rivendicazioni, sembra sia ora riuscito a farlo il green pass: mettere d’accordo attivisti dei movimenti studenteschi di visioni completamente diverse e, anzi, far aumentare la partecipazione in quelli che tradizionalmente vengono definiti spazi di confronto. C’è una rete vasta di movimenti studenteschi contro il green pass, nello specifico sembra particolarmente attivo quello della principale università di Roma: gli studenti del gruppo Telegram Sapienza contro il green pass stanno implementando le loro discussioni, esattamente dal momento in cui nel consiglio dei ministri è stata presa la decisione di questo super green pass attivo dal prossimo 6 dicembre (con validità per vaccinati e guariti dal Covid per partecipare a diversi momenti della vita sociale).

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Sapienza contro il green pass, la discussione su un attacco hacker

In modo particolare, come riportato anche da Repubblica Roma, qualcuno ha persino proposto un attacco hacker che possa far impazzire il controllo del QR Code dei green pass, in modo tale da permettere anche ai non vaccinati o ai non guariti dal Covid di poter proseguire la propria vita dal 6 dicembre come se nulla fosse accaduto. In realtà, come abbiamo avuto modo di vedere entrando nel canale pubblico (ma, a differenza di altri canali Telegram no green pass, bisogna chiedere di unirsi al gruppo per poter partecipare alla discussione), la prima menzione di un fantomatico progetto di hackeraggio risale al mese di agosto, ben prima del nuovo incremento dei contagi che stiamo vivendo in questi giorni e che ha portato alla decisione di prendere queste contromisure che stringono ancor più le maglie per i criteri legati al rilascio del green pass.

«Potremmo boicottare il green pass facendo in qualche modo impallare la scansione dei QR code?» – ha chiesto una utente. La risposta è stata: «Siamo dissidenti, non ancora hacker». Da lì in poi, ci sono stati centinaia di altri scambi di opinioni fino alla giornata di mercoledì, quando il governo ha preso la sua decisione sul green pass: «L’unica cosa realmente utile – scrive un altro utente, riprendendo ancora il tema messo in cantina per un po’ – sarebbe un attacco hacker importante, ma a quanto pare tra noi non ci sono hacker, altrimenti qualcuno avrebbe agito».

sapienza contro il green pass

L’ammissione, alla fine, è quella di non essere «abbastanza bravi» per lanciare un attacco hacker.

Ora, al di là della discussione abbastanza pittoresca, bisogna prendere atto di un fenomeno che pare essersi sviluppato soprattutto in rete e che sembra avere in Telegram una vera e propria pietra miliare per quanto concerne l’organizzazione. Il movimento Studenti Contro il Green Pass – che sta avendo sempre più visibilità in questi giorni – sembra essersi diffuso in tutta Italia (secondo la cartina proposta da chi ha lanciato il sito ufficiale, mancherebbe una rappresentanza solo in Basilicata) e sta diffondendo comunicati stampa e sta aprendo le sue discussioni sui canali social come Telegram. Non è un aspetto da sottovalutare e bisogna prendere atto di questa mobilitazione, quando si analizzerà – a emergenza conclusa – lo scontro sociale che il green pass ha provocato.

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