Salvini dice che in Calabria non c’è bisogno di vitalizi, ma la Lega aveva firmato la legge sugli aumenti

C’è un difetto di fondo negli slogan. Ovvero quello di non approfondire bene la questione, lasciandola in superficie, esposta a eventuali gaffe. Proprio questo è successo a Matteo Salvini nel corso di Non è l’Arena sulla spinosa questione dell’aumento e dell’estensione dei vitalizi ai consiglieri regionali in Calabria. Una legge regionale proposta e votata nella legislatura di Jole Santelli, che verrà abrogata in tutta fretta il prossimo 3 giugno nel corso di un consiglio regionale straordinario, aveva esteso il beneficio ai politici che avevano rivestito la carica, anche per gli ineleggibili. La legge aveva la firma di tutti i capigruppo in consiglio regionale, con una questione che ha travolto la politica regionale da entrambi gli schieramenti.

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Salvini vitalizi Calabria, la sua frase da Giletti

Va da sé, dunque, che la legge sia stata firmata anche dal capogruppo della Lega, Tilde Minasi. Pertanto, il Carroccio si è reso protagonista della vicenda, allo stesso modo degli altri partiti politici. Ma Matteo Salvini, nel corso del suo intervento a Non è l’Arena, si è schierato fermamente contro questa norma, come se il suo partito non avesse avuto parte in causa.

«I calabresi sono gente tosta – ha detto Salvini da Massimo Giletti – che chiede più lavoro, strade e ferrovie sicure, ospedali efficienti e un futuro per i propri figli, non certo vitalizi ai politici». Il leader della Lega, se convinto di questa affermazione, avrebbe potuto fare dei distinguo: avrebbe potuto dire, ad esempio, che anche il suo partito in Calabria era stato indotto all’errore.

Invece, questo passaggio è stato omesso, sacrificato sull’altare dello slogan, appunto, «i calabresi non chiedono vitalizi ai politici». Ma l’espressione di Matteo Salvini e le sue parole non sono passate inosservate. E in Calabria, nel cui collegio tra l’altro il senatore della Lega era stato inizialmente eletto, se le sono appuntate.

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