Prima la campagna elettorale: sui social la lunga fuga di Salvini dal Viminale

L’ultima tappa è quella di ieri sera a Pavia, dove ammette di essersi emozionato. Scorrere la pagina Facebook di Matteo Salvini è come fare un lungo giro d’Italia con il ministro che certo non si è risparmiato, calcando la Penisola da Nord a Sud. Normale, si dirà, per un ministro dell’Interno. Peccato che le motivazioni che muovono Salvini siano abbastanza meno nobili del controllo del territorio o del pieno esercizio delle sue funzioni. Già perché il ministro è da settimane in campagna elettorale permanente, una campagna rilanciata e amplificata dalle sue pagine social.

Le tappe di Matteo Salvini in questa campagna elettorale

Del resto le europee (e le amministrative in alcuni comuni e in Piemonte) sono alle porte e per molti commentatori saranno decisive per il destino dell’Unione, ma si rimane perplessi di fronte a un uomo delle istituzioni che manifesta in maniera così smaccata la sua assenza dal Viminale e il suo disinteresse per il “pubblico”, mentre il Paese si trova dinanzi a fatti di cronaca talvolta molto gravi.

Così mentre tutto il Nord è sconvolto dall’ondata di tangenti, che stamattina vede indagato anche il governatore della Regione Attilio Fontana, il ministro non trova nulla di meglio che sincerarsi che i suoi fan seguano il suo comizio in diretta da Pavia per le Europee. Il tempo residuo è invece dedicato alle interviste agli studi televisivi di Matrix e ai microfoni di Radio 1.

Il giorno precedente invece Salvini era a Giussano e in svariate cittadine lombarde, mentre l’altroieri era a Salerno, dove veniva addirittura fatto rimuovere uno striscione di contestazione prima di un suo comizio da uomini delle forze dell’ordine, ma non solo. Ad Avellino il ministro aveva intimato dopo un comizio, di ritirare il telefono dalle mani di una contestatrice.

Lo stesso giorno, mentre teneva banco il caso Siri, l’instancabile ministro faceva la spola fra Pietralcina (“la città di Padre Pio”) ,San Giuseppe Vesuviano e molte altre città campane a portare la parola della Lega. Prima di partire c’era stato anche il tempo per una bella zuppa inglese, degustata alla faccia degli immancabili rosiconi. Il tutto mentre a Roma, a Casal Bruciato, andavano in scena le inquietanti violenze e discriminazioni contro la comunità rom e la piccola Noemi, la bambina rimasta vittima dell’agguato camorristico di Napoli, entrava nel suo primo giorno di coma.

Salvini Viminale, in questi giorni si è visto poco

Del resto il nostro ministro era stato impegnato anche nel giorno precedente, esattamente tra Firenze, Montecatini Terme, Latina, Foligno. L’obiettivo? Sempre lo stesso portare la parola della Lega in ogni angolo del Belpaese. E pace se sulla strada si incrocia qualche “comunista contestatore” come nel caso di Modena.

Mentre a Viterbo invece un commerciante veniva ucciso a pochi passi dalle scuole con un colpo in testa, l’infaticabile ministro era invece a Scandicci, Prato, Lucca e Montecatini. La “tolleranza zero” va insomma in scena solo sui social o dai palchi dai quali Salvini si affaccia per alimentare il suo bottino elettorale. Per Viterbo e per Napoli ci sono solo generici ringraziamenti alle forze dell’ordine e ostentazioni machiste, ricavate nello spazio tra un comizio e l’altro e postate sugli immancabili social.

E Il capolavoro si sfiora il 3 aprile: mentre a Napoli si consuma l’ennesimo agguato di Camorra che mette a repentaglio la vita di una bambina, il ministro non trova di meglio che spostare l’attenzione su un suo comizio, affacciandosi a Forlì e parlando da dove Mussolini assisteva all’esecuzione di antifascisti.

Un atteggiamento quantomeno inusuale che ovviamente ha fatto dibattere tutta Italia sull’opportunità che un ministro repubblicano alluda, anche indirettamente, ad atteggiamenti ed episodi del ventennio. Un dibattito che ha oscurato presto quello sull’ordine pubblico e i problemi che un ministro dell’Interno dovrebbe affrontare. L’importante del resto, nella bulimica comunicazione di Salvini, è riempire di abbracci e bacioni, nemici e rosiconi. Con buona pace del Paese e dei suoi drammi quotidiani.

FOTO: ANSA/ NICOLA MARFISI

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