Quando Salvini diceva che Conte in Europa non concluderà nulla perché la posizione dell’Italia è debolissima

A Bruxelles stava per iniziare il vertice del Consiglio Europeo sul Recovery Fund, mentre Matteo Salvini presenziava agli eventi in giro per l’Italia per lanciare la campagna elettorale della Lega in vista delle elezioni regionali. In modo particolare, mentre Giuseppe Conte varcava la soglia di Palazzo Europa in Rue de la Loi a Bruxelles, Salvini si trovava alla Due Giorni di Alis a Sorrento, dove si discuteva – tra un rinfresco e una photo opportunity – sul futuro dell’impresa italiana.

LEGGI ANCHE > Lei, presidente, ha detto di aver fatto il cucchiaio all’Olanda. E Conte non smentisce 

Salvini reazione alla domanda sul Consigli europeo

I giornalisti gli chiedono cosa si aspetta dal consiglio europeo iniziato venerdì 17 luglio. Matteo Salvini è secco: «Non concluderanno nulla. Non lo dico per portare sfortuna, ma perché ci sono delle posizioni troppo inconciliabili e l’Italia è in una posizione debolissima. E se i soldi dell’Europa arriveranno l’anno prossimo, è la dimostrazione che questa Unione Europea così com’è non serve a nulla.

Salvini reazione, qualche giorno dopo il tiro viene corretto

Martedì 21 luglio, quattro giorni dopo le parole del leader della Lega, la realtà che si prospetta è ben diversa. L’Italia ha chiuso un accordo per 209 miliardi (tra prestiti e finanziamenti a fondo perduto) con l’Unione Europea nel più completo piano denominato Next Generation EU o Recovery Fund. Secondo il leader della Lega, che ha tenuto una conferenza stampa alla Camera insieme al responsabile economico Alberto Bagnai, si tratta comunque di una soluzione tampone, perché i fondi arriveranno soltanto nel 2021 (ma una parte di questi – Salvini non lo ricorda – saranno anche retroattivi e serviranno a coprire le spese effettuate anche in questo periodo) e basterà che il “Rutte di turno” – come ha detto lo stesso leader della Lega – si alzi in piedi per stoppare qualsiasi iniziativa di spesa del nostro Paese.

Su quest’ultimo punto, Matteo Salvini sembra essere rimasto a una primissima fase dei negoziati, dal momento che il potere di veto dell’Olanda o di qualsiasi altro Paese sulle spese altrui è stato fortemente ridimensionato: le decisioni saranno prese a maggioranza e in maniera collegiale, mentre il potere di bloccare alcune operazioni, per i Paesi definiti frugali, è diminuito di molto.

Share this article