Salvini sul ragazzo accusato di spaccio: «Se non è un pusher avrà le mie scuse» | VIDEO

24/01/2020 di Enzo Boldi

Matteo Salvini si conferma un garantita 2.0, cioè una persona che considera una persona innocente solamente quando verrà accertata la sua non responsabilità per un reato. Ma questo non sorprende, perché in campagna elettorale (specialmente nell’ultima in Emilia-Romagna) ne sono state dette tante. Troppe. E la scena di Salvini citofona, che rimarrà alla storia come una delle pagine più oscure della politica del nuovo Millennio, prosegue su questa linea. Il leader della Lega, infatti, non chiede scusa al ragazzo accusato (senza alcuna prova tangibile) di essere uno spacciatore (anzi, gestore dello spaccio) del quartiere Pilastro di Bologna.

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Con la droga io non sono garantista. La droga è morte – ha detto Matteo Salvini ad Agorà, su RaiTre -. La droga rovina cuore, anima, cervello e polmoni. La droga toglie identità, toglie futuro. Io sono stato a San Patrignano a parlare con ragazzini di 14 anni». La conduttrice, allora, gli chiede se il ragazzo accusato dalla donna di Bologna non meriti un regolare processo (e, aggiungeremmo, anche un’accusa formale e non un rincorrersi di rumors) come tutti quanti. Come dovrebbe essere in uno Stato civile.

Salvini citofona e l’attesa di giudizio (senza imputazioni)

E Matteo Salvini replica: «Perfetto, se non è uno spacciatore avrà tutte le mie scuse e lascio che polizia e carabinieri appurino la verità a Modena (con il caso del negozio accusato, ndr), a Bologna, a Milano e a Bolzano. Perché purtroppo c’è qualche politico che invece lancia in televisione messaggi in base ai quali la droga non fa poi così male. Anzi, qualcuno propone la legalizzazione in Parlamento». Insomma, la colpa è degli altri.

Niente scuse, per ora

La scena di Salvini citofona – come l’accusa al civico 38 di via Crispi a Modena, senza alcuna denuncia – è un precedente di cui il leader della Lega non chiede scusa a priori. Nel frattempo il ragazzo italiano (con padre tunisino) accusato pubblicamente non ottiene la solidarietà. Anzi.

(foto di copertina: da profilo Twitter di Agorà, Rai3)

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