Google ha estromesso RT e Sputnik anche dal motore di ricerca, su richiesta dell’UE?
Effettivamente, in Europa si ha molta difficoltà a ragiungere i due media russi: possibile che Google abbia dato seguito a una interpretazione che arriva direttamente da Bruxelles
10/03/2022 di Redazione
La notizia delle sanzioni del Consiglio europeo nei confronti dei media affiliati allo stato russo, come RT e Sputnik, risaliva al 2 marzo, con la richiesta. Il testo del documento con cui l’istituzione dell’Unione Europea aveva – di fatto – chiuso a queste piattaforme di informazione legate al Cremlino era volutamente molto vago: «l’UE – si legge – sospenderà con urgenza le attività di radiodiffusione di Sputnik e RT/Russia Today (RT English, RT UK, RT Germany, RT France e RT Spanish) nell’UE o rivolte all’UE fino a quando non si porrà termine all’aggressione nei confronti dell’Ucraina». Secondo un documento che Google avrebbe inserito in un suo database, tuttavia, questo tipo di sospensione comporterebbe anche una sorta di ban non soltanto da canali e piattaforme (come i social network o come YouTube), ma anche dal motore di ricerca.
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RT e Sputnik fuori anche dal motore di ricerca di Google?
Effettivamente, per i cittadini europei accedere anche solo alla homepage di RT e di Sputnik attraverso una ricerca via Google è molto complesso. Dunque, il colosso di Mountain View starebbe, in questi giorni, seguendo questa interpretazione piuttosto rigida del Consiglio europeo. Facendo così, tuttavia, si esporrebbe a eventuali ricorsi da parte delle agenzie di media, anche perché questa specifica indicazione non sarebbe stata resa pubblica da nessuna delle istituzioni dell’Unione Europea, dalle quali – invece – proviene esclusivamente la formula generica di cui abbiamo detto all’inizio. Non solo: il problema sarebbe collegato anche a quelle persone che, in questi giorni, hanno provato a condividere dei contenuti di RT e di Sputnik.
Quest’ultimo aspetto in particolar modo porterebbe a una pluralità significativa degli interventi da parte di Google nei confronti anche dei singoli utenti che dovessero condividere contenuti di RT e di Sputnik su diverse piattaforme. L’obiettivo sarebbe sempre quello di combattere la disinformazione. Ma tutto questo ha sicuramente un prezzo sulla percezione dei media da parte dell’opinione pubblica e, per di più, sulla percezione che la stessa opinione pubblica avrà d’ora in poi delle grandi piattaforme del web e delle loro relazioni con le istituzioni europee.