Oltre il 60% delle persone non ha voglia di tornare a mangiare nei ristoranti prima della fine del 2020

Un sondaggio condotto da Facile.it ha fatto emergere una serie di realtà sulla vita che gli italiani sono disposti a condurre dopo la fine del lockdown. La crisi sanitaria causata dal coronavirus ci ha cambiati, su questo non c’è dubbio. Mentre studiosi, sociologi, economisti e scienziati cercano di spiegarci in che direzione andrà la nostra società, da un semplice sondaggio emergono realtà molto interessanti. Come quella delle vacanze, che non ci saranno per 7 milioni di italiani la prossima estate. O come la dimensione del divertimento, che subirà radicali cambiamenti con un emblematico 60,4% degli intervistati che si dice disposto a tornare a mangiare nei ristoranti solo a partire dal prossimo anno.

LEGGI ANCHE >>> Distanza di un metro e prenotazioni salvate per 14 giorni, così riapriranno i ristoranti dal 18 maggio

La nuova normalità e la diversa percezione del divertimento

Stiamo vivendo un «momento di transizione, non è scattato ancora il totale ritorno alla normalità», spiega il sociologo Nicola Ferrigni in un’intervista rilasciata ad HuffPost. «Siamo dubbiosi, perplessi, abbiamo giustamente paura. Ma non è solo questo», aggiunge. Durante il lockdown abbiamo sperimentato una «riscoperta di noi stessi», un «ritorno alla vera ‘normalità’, quella fatta di rapporti più autentici. Abbiamo riscoperto i profumi, gli odori, i sapori, ponendoci in una dimensione di silenzio e di ascolto di noi stessi». Di tutto questo cambiamento entra a far parte anche la nostra concezione di divertimento, con solo il 13,3% delle persone che si dice non solo pronto, ma anche desideroso di tornare a mangiare fuori.

Ristoranti vuoti a favore di uno svago più casalingo

In questi due mesi «credo che ciascuno abbia fatto delle riflessioni interne e il silenzio sia stata la dimensione che ci ha portato a ripensare il modo di vivere. Non so a quanti interessi tornare a quel ritmo che era di fatto un’aritmia sociale, anche nel tempo dello svago», dice il professore associato di Sociologia presso l’Università degli Studi “Link Campus University”. «Non c’è dubbio che le regole anti-covid, che sono sacrosante, un po’ scoraggiano ad esempio il desiderio di andare al ristorante. Ma credo che abbiamo riscoperto un nuovo modo di divertirci e di passare il tempo. Cucinare in casa, ad esempio. Il corpo, la gola hanno provato sensazioni nuove», sottolinea. Una nuova realtà dello svago fatta dall’assaporare momenti che, fino ad oggi, erano privilegi come «una colazione o un pranzo o una cena in casa ». Si tratta di nuove possibilità che molti stanno esplorando grazie allo smart working.

 

 

 

(Immagine copertina da Pixabay)

Share this article