Mentre i sovranisti protestano su Hong Kong, la maggioranza fa approvare una risoluzione per chiedere più fermezza al governo

La terza Commissione Affari esteri alla Camera ha approvato una risoluzione Hong Kong proposta dai partiti di maggioranza, con prima firmataria Lia Quartapelle del Partito Democratico. Il documento, poi, è stato avallato anche da Pino Cabras del Movimento 5 Stelle, Erasmo Palazzotto di Leu e Gennaro Migliore di Italia Viva. Un atto politico che impegna il governo sulla linea della fermezza rispetto all’atteggiamento da mostrare nei confronti delle proteste di Hong Kong, represse dal regime comunista cinese.

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Risoluzione Hong Kong, la proposta partita dalla maggioranza

Lia Quartapelle ha salutato l’approvazione della risoluzione sui social network, scrivendo come il parlamento italiano sia stato tra le prime istituzioni nazionali dei vari stati membri dell’Unione Europea a posizionarsi in questo modo sulla questione dei diritti e delle libertà civili a Hong Kong. Una risoluzione che è un atto politico che avrà senz’altro effetto sull’esecutivo, un modo pratico per intervenire su una questione che, nei giorni scorsi, era stata in qualche modo fatta propria dai partiti sovranisti, soprattutto in funzione anti-cinese.

Mentre Matteo Salvini o Giorgia Meloni (ma ricordiamo anche l’uscita fuori tempo di Daniela Santanché a proposito del ruolo del Parlamento Europeo nella questione) manifestavano in piazza e di fronte all’ambasciata cinese, oggi alla Camera c’è stato un passaggio istituzionale importante per posizionare l’Italia su posizioni che possano esprimere solidarietà ai manifestanti di Hong Kong.

Cosa contiene la risoluzione Hong Kong approvata oggi

La risoluzione, innanzitutto, invita il governo a fare proprie le indicazioni arrivate dalla mozione del Parlamento europeo dello scorso mese di giugno, ad alzare la voce in sede europea per esprimere una posizione più ferma a sostegno del mantenimento dell’autonomia giuridica di Hong Kong e del rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali per i suoi cittadini e la sua società civile, a sollevare la questione dei diritti civili con le autorità cinesi, a prestare soccorso agli attivisti che abbiano chiesto una forma di protezione internazionale, a individuare – se possibile – un relatore speciale che possa far luce sulla limitazione delle libertà di Hong Kong.

Un atto molto forte da parte del Parlamento, che in questo modo ha lanciato un segnale anche ai partner internazionali.

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