Riscoprire l’umanità nell’era dell’intelligenza artificiale
L'approfondimento, in occasione della "Settimana della Comunicazione, di don Giuseppe Lacerenza, coordinatore redazionale di "Pagine per Te"
03/05/2024 di Redazione Giornalettismo
Nel messaggio per la 58esima “Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali”, papa Francesco mette in evidenza l’importanza di “allineare” i sistemi dell’intelligenza artificiale a una comunicazione pienamente umana. Ciò nasce dalla presa di coscienza che ogni nuova invenzione tecnologica produce inevitabilmente un cambio nella vita dell’essere umano: nella modalità di comunicare, nell’ambito lavorativo, nella formazione, nelle arti, nelle relazioni, fino a giungere a un vero e proprio cambio nello stile di vita e nella cultura della società.
LEGGI ANCHE > Il ruolo dell’evangelizzazione ai tempi dell’AI
E se un tempo questi cambiamenti avvenivano in un periodo di media o lunga durata, oggi questi si verificano con grande rapidità. È ancora valida quindi la constatazione del beato Giacomo Alberione, il quale già lo scorso secolo osservava che: «Il mondo va rapidamente evolvendosi; i centri abitati, la cultura, il commercio si spostano. Rivoluzioni pacifiche e rapide avvengono attraverso la stampa, la radio, il cinema, la televisione, i movimenti politici, sociali, industriali…». E continuava dicendo che non è possibile fermarsi, ma è necessario che l’essere umano proceda con lo stesso passo, per portare “il massimo bene a tutti”. Il mondo infatti è dinamico, non è statico: viviamo in una realtà in continua evoluzione. Per cui dobbiamo stare al passo, correre con la stessa velocità: “Chi si ferma o rallenta è sorpassato”, diceva don Alberione.
Restare indietro significa quindi essere “disallineati” rispetto alla nuova realtà tecnologica. Per cui la parola chiave è “riallineare”, o ancora meglio “riequilibrare” ciò che non lo è più. È necessario non fermarsi per evitare il disorientamento e per ripristinare un nuovo equilibrio nel mondo che cambia. Per questo motivo il Papa indica una via preferenziale affinché questo possa avvenire, che è quella di recuperare la sapienza del cuore per rimanere pienamente umani. Spesso si mette in contrapposizione l’intelligenza artificiale con l’intelligenza umana, perché vi è il timore che quest’ultima sia sopraffatta da quella artificiale. È importante invece riscoprire, valorizzare tutte le capacità umane affinché convivano con le nuove tecnologie in atto. Ogni cambiamento provoca scompensi: la risposta dell’essere umano è quella di trasformare la tecnologia in evoluzione sociale e benessere collettivo. E per fare questo deve mettere in campo tutte le sue facoltà.
L’intelligenza artificiale come strumento di cambiamento sociale e di benessere
L’intelligenza artificiale (AI) è una delle tecnologie più affascinanti e potenti del nostro tempo, in cui viene affidata alle macchine la capacità di elaborare dati e formulare soluzioni che fino a poco tempo fa erano esclusiva prerogativa dell’attività umana. Essa sta rivoluzionando ogni ambito della società, e in particolare il mondo del lavoro con l’introduzione di processi di automazione, in particolare delle attività ripetitive, al fine di aumentare l’efficienza della produzione.
Anche nel campo sanitario l’AI consente di analizzare grandi quantità di dati medici per diagnosticare malattie, identificare pattern e suggerire trattamenti personalizzati; nell’ambito automobilistico, oltre a rendere più efficienti le fasi di lavorazione, si è giunti addirittura alla ideazione e produzione di automobili a guida autonoma che utilizzano sensori, telecamere, radar e intelligenza artificiale per percepire l’ambiente circostante e prendere decisioni di guida in tempo reale senza intervento umano.
Nell’ambito della comunicazione, tra le tante applicazioni, l’AI viene utilizzata per la generazione dei contenuti: articoli, immagini, video, musica, creazione di audio a partire da testi. Tutto questo pone questioni etiche legate in particolare al problema delle fake news, che si estende ormai a tutti i prodotti multimediali. Come afferma il Papa nel suo Messaggio, l’intelligenza artificiale aumenta il rischio di un “inquinamento cognitivo”, ossia di una «alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false, eppure credute – e condivise – come se fossero vere». E mette in guardia anche sul fenomeno del deep fake, ossia della «creazione e diffusione di immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false…, o di messaggi audio che usano la voce di una persona dicendo cose che la stessa non ha mai detto».
Con l’AI diventa sempre più difficile discernere il vero dal falso. Qui entrano in gioco le facoltà dell’uomo. Non possiamo pensare possibile che l’intelligenza artificiale possa soppiantare l’intelligenza e le capacità dell’essere umano. Le macchine restano sempre gestite dalle persone, esse non possono pensare, agiscono in modo statistico ma non possono porsi domande o formulare nuove ipotesi, pensare nuove soluzioni, avere una visione esistenziale e configurare scenari futuri. Tutto questo può farlo solo la persona, che è dotata di una intelligenza umana, in cui svolgono un ruolo fondamentale le emozioni, le sensazioni, l’immaginazione e la creatività.
Affinché quindi vi sia equilibrio è necessaria la sinergia tra l’intelligenza artificiale e le diverse dimensioni dell’intelligenza umana: la creatività, le emozioni, la mente e lo spirito.
L’essere umano è creativo, ossia è chiamato a partecipare all’opera creativa di Dio, per cui attraverso le proprie abilità manuali e fisiche può plasmare e trasformare l’ambiente che lo circonda. Inoltre, la dimensione emotiva consente di prendere decisioni e mettere in atto azioni che non siano fredde ma colme di quella sensibilità che solo un cuore umano può esprimere. Anche la razionalità è importante in quanto permette di analizzare dati concreti della realtà che ci circonda. E infine vi è la dimensione spirituale che permette di dare un senso a ciò che avviene, a rimanere fedeli ai propri autentici valori, per perseguire il proprio e l’altrui bene. Le quattro dimensioni dell’intelligenza umana, interagendo che le nuove tecnologie di intelligenza artificiale ci consentiranno di favorire i processi per il raggiungimento di una piena umanità, come auspicato da papa Francesco.
La vera ricchezza: l’intelligenza umana
Non è possibile bloccare il progresso ma è possibile “cavalcare” l’onda e navigare in questo nuovo mare, avendo come coordinata di riferimento la dimensione umana. Papa Francesco evidenzia il rischio di una società “ricca di tecnica e povera di umanità”. Siamo quindi chiamati a recuperare la nostra ricchezza umana. È essenziale trovare un equilibrio in cui l’AI supporti e potenzi le capacità umane anziché sostituirle.
È quindi innanzitutto necessario mantenere il focus sull’umanità, assicurandosi che le tecnologie rispettino e valorizzino la dignità di ogni individuo. È inoltre importante investire nella crescita personale e spirituale, così come nell’educazione umanistica, per dare un senso alto alle attività di interazione con le tecnologie. Ognuno di noi è quindi chiamato a conoscere e a formarsi per comprendere e interagire con l’AI in modo efficace ed etico.
Non è inoltre possibile trascurare la creazione di spazi di interazione umana autentica. L’AI può migliorare le nostre attività ma non può sostituire il valore delle relazioni umane vere e proprie. Gli esseri umani devono trovare il tempo per connettersi l’un l’altro senza l’interferenza delle tecnologie, coltivando empatia, comprensione e compassione.
Ripristinando un sano equilibrio tra la nostra umanità e le nuove tecnologie sarà possibile risolvere quel “disallineamento” di cui parla il Papa, e ampliare la nostra visione per contemplare nuovi orizzonti e raggiungere nuove mete, e continuare a perseguire il bene e la verità. Solo riscoprendo una comunicazione pienamente umana e attraverso un’azione sinergica tra uomo e tecnologia possiamo sperare di affrontare le sfide del mondo moderno e creare un futuro migliore per tutti.
[approfondimento a cura di don Giuseppe Lacerenza]