Salvini vuole «valutare il ricorso contro la Corte Costituzionale». Ma non può farlo

23/10/2019 di Redazione

Matteo Salvini non ha preso benissimo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha deciso di dichiarare contrario ai valori della carta fondamentale l’ergastolo ostativo e ha affermato la possibilità di concedere permessi premio anche ai detenuti che non collaborano con la giustizia. Nel corso di una sua diretta Facebook dall’Umbria, il leader della Lega ha affermato che «valuterà insieme agli uffici di Camera e Senato il da farsi per un ricorso contro questa decisione della Consulta».

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Ricorso Corte Costituzionale, la proposta di Matteo Salvini

«Ergastolo, mafia, premio: queste tre parole suonano male persino in italiano – ha detto Matteo Salvini in una diretta Facebook in cui era circondato da ulivi umbri -. Eppure la Corte Costituzionale ha deciso di emettere questa sentenza. Valuteremo insieme agli uffici di Camera e Senato se possiamo  ricorrere. Perché è una sentenza che grida vendetta».

Ricorso Corte Costituzionale, la blastata di Ceccanti

Immediata la replica del costituzionalista Stefano Ceccanti che, sempre via social network, commenta così le parole pronunciate da Matteo Salvini in Umbria e rilanciate da alcune agenzie di stampa: «Il segretario della Lega Salvini vuole far studiare agli uffici dei suoi gruppi se e come sia possibile fare ricorso contro la sentenza della Corte sull’ergastolo ostativo – ha scritto su Facebook -. È sufficiente leggere l’articolo 137 comma 3 della Costituzione: “Contro le decisioni della Corte costituzionale non è ammessa alcuna impugnazione.” Non occorrono grandi uffici per trovarlo».

La blastata è davvero di quelle incredibili: perché Salvini dovrebbe far credere ai propri elettori che, mettendo al lavoro i suoi uffici di Camera e Senato, potrà fare qualcosa che la legge fondamentale del nostro Stato non prevede? Tanto più che la decisione della Consulta arriva dopo il giudizio della Corte Europea per i diritti umani di Strasburgo che aveva evidenziato come l’Italia applichi una misura, quella dell’ergastolo ostativo appunto, che è stata ritenuta contraria alla carta dei diritti umani. Ma Matteo Salvini sembra ancora nel mood pieni poteri. Quello di quando voleva decidere tutto lui.

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