La giravolta della Rai: lascia che Della Riva intervenga in trasmissione e poi si dissocia

Le mosse del servizio pubblico successive all'intervento del medico che era stato sospeso dall'Ordine nell'ottobre 2021 non sembrano perfettamente coerenti con una linea editoriale precisa

20/09/2023 di Gianmichele Laino

Eppure potrebbe essere molto più semplice. Quello che è successo nel corso di tutta la giornata di ieri, con le reazioni Rai su Foa, si sarebbe potuto evitare ragionando a monte, perché le premesse c’erano davvero tutte. In tutto quel turbinio di nomine, assegnazione di programmi, cambi di direzione degli spazi di informazione, il servizio pubblico – a cui è stata data una forte impronta da questo governo – ha fatto delle scelte molto precise e specifiche. Alcune di queste scelte hanno portato ad assegnare a Marcello Foa, ex presidente della Rai (nominato in concomitanza con l’insediamento del fu governo giallo-verde, in quota Lega), uno spazio di informazione estremamente importante sulla principale emittente radiofonica della Rai.

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Reazioni Rai su Foa, i comunicati e la trasmissione riparatrice

La trasmissione Giù la maschera ha sostituito un vero e proprio pilastro dell’informazione e dell’intrattenimento radiofonico di Radiouno, Forrestche – da questa stagione – non va più in onda. Come abbiamo avuto modo di raccontare nel monografico odierno di Giornalettismo, la puntata del 19 settembre di Giù la maschera è stata al centro di numerose polemiche, a causa dell’intervento del medico Massimo Citro della Riva (che era stato già sospeso dall’ordine dei medici nell’ottobre del 2021) che ha spiegato come i vaccini siano «una pericolosa tossina senza la minima attenuazione». Poco contava, poi, che nella stessa trasmissione era intervenuto Massimo Galli, da sempre volto noto in Rai (e non solo) per parlare di pandemia di Covid-19 e vaccini. Polemiche che, ora, la Rai ha tentato di arginare, prima con dichiarazioni ufficiali in cui si dissocia dai contenuti della trasmissione, poi con l’organizzazione di una puntata “riparatrice”, all’interno della quale far intervenire esperti indicati dal ministero della Salute e dalle varie istituzioni di carattere sanitario (il presidente dell’Aifa Giorgio Palù e l’infettivologo Massimo Andreoni).

A cascata, infatti, con l’insorgere immediato delle polemiche, diversi organi della Rai hanno espresso la loro posizione. Il direttore di Radiouno Francesco Pionati ha affermato che quanto riportato in trasmissione non rientra né nel suo personale pensiero, né nella linea editoriale del Gr e di Radiouno. La stessa Rai ha sentito l’esigenza di diffondere una nota ufficiale: «Rai – si legge – si dissocia in maniera netta dalle sue affermazioni e, in particolare, da quelle relative alle cure che non sarebbero state garantite ai malati di Covid e da quelle sull’efficacia e sui pericoli dei nuovi vaccini. Si tratta di affermazioni gravi che possono ingenerare confusione nell’opinione pubblica ed essere fuorvianti rispetto alla doverosa tutela della salute dei cittadini». Ovviamente, le prese di posizione sono arrivate anche dai parlamentari della commissione di Vigilanza della Rai che – per forza di cose – si trovano all’opposizione rispetto alle scelte politiche fatte dalla maggioranza sulle nomine.

Prevenire non sarebbe stato meglio che curare?

Si è arrivati al culmine – come anticipato – con la trasmissione riparatrice di questa mattina, caratterizzata tuttavia da un abbozzo di difesa da parte di Foa stesso che ha detto: «Abbiamo invitato molti ospiti che hanno argomentato a favore dei vaccini, tra cui il ricercatore Francesco Zambon, ex membro dell’Oms, e il professor Massimo Galli. Citro della Riva, che aveva un’opinione diversa, come si conviene a un giornalismo autenticamente plurale». Che la posizione di Foa sul “pluralismo” fosse questa, era cosa nota già prima della sua nomina a presidente Rai prima (nel 2018), sia quando gli è stata affidata una trasmissione su Radiouno. Così come alla Rai era nota la presenza di Citro della Riva in trasmissione (il suo nome è stato riportato in un comunicato stampa ufficiale del servizio pubblico). Anziché rincorrere la notizia, dissociarsi e cercare delle scusanti, non sarebbe stato meglio evitare certe scelte? Anche perché, sull’informazione relativa al Covid, la Rai aveva già fatto una precisa scelta di campo: si era impegnata a diffondere corrette informazioni in ambito sanitario, aveva messo in campo una task-force contro le fake news e aveva avviato anche una campagna promozionale contro le false informazioni.

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