Il rapporto Ocse rivela che gli studenti italiani non capiscono quello che leggono a scuola

Gli studenti italiani non migliorano nelle capacità di leggere e comprendere un testo. È quanto emerge dal rapporto Ocse Pisa 2018, un’indagine internazionale promossa dall’OCSE, con cadenza triennale, a cui hanno partecipato 11.785 studenti quindicenni italiani, divisi in 550 scuole totali. I ragazzi in lettura ottengono un punteggio di 476, inferiore alla media OCSE (487), collocandosi tra il 23° e il 29° posto tra i paesi OCSE.

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Il divario tra Nord e Sud Italia

In Italia si conferma il divario Nord-Sud: gli studenti delle aree del Nord in lettura ottengono i risultati migliori (Nord Ovest 498 e Nord Est 501), mentre i loro coetanei delle aree del Sud sono quelli che presentano le maggiori difficoltà (Sud 453 e Sud Isole 439). I quindicenni del Centro conseguono un punteggio medio di 484, superiore a quello degli studenti del Sud, inferiore a quello dei ragazzi del Nord Est, ma non diverso da quello dei quindicenni del Nord Ovest. Forti anche le differenze fra tipologie di scuola frequentate dagli studenti: i ragazzi dei licei ottengono i risultati migliori (521), seguono quelli degli Istituti tecnici (458) e, infine, quelli degli Istituti professionali (395) e della Formazione professionale (404).

Circa il 77% degli studenti raggiunge almeno il livello 2, considerato il livello minimo di competenza in lettura. I ragazzi che non raggiungono il livello 2 spesso hanno difficoltà a confrontarsi con materiale a loro non familiare o di una certa lunghezza e complessità. Di solito, hanno bisogno di essere sollecitati con spunti o istruzioni prima di potersi impegnare con un testo. Gli studenti del Nord e del Centro in misura maggiore dei loro coetanei del Sud dimostrano di saper risolvere compiti più complessi, mentre le aree del Sud si caratterizzano per una presenza maggiore di studenti che non raggiungono il livello 2.  In generale, il rapporto Ocse, per quanto riguarda la lettura, dimostra che gli studenti italiani sono più bravi nei processi di comprensione (478) e di valutazione e riflessione (482) piuttosto che nell’individuare informazioni (470).

[CREDIT PHOTO: © Lilliam Arce/La Nacion via ZUMA Press]

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