Come funziona la raccolta firme per la petizione dei No Green Pass a scuola organizzata su Telegram

Il canale Telegram che ospita l'iniziativa ha più di 34 mila membri e, grazie all'organizzazione ben strutturata, sono state raccolte 15 mila firme in pochi giorni

24/08/2021 di Ilaria Roncone

L’organizzazione per la raccolta firme No Green Pass scuola procede in maniera spedita grazie all’organizzazione strutturata su Telegram. In pochi giorni, grazie a un gruppo nel quale ormai sono presenti più di 34.600 membri (dei quali più di 6 mila sono online contemporaneamente), sono stati organizzati – e continuano ad essere aggiunti anche mentre scriviamo questo pezzo – banchetti in varie città in ogni regione d’Italia. Fino a quattro giorni fa erano state raccolte 15 mila firme – come riporta Open – tra studenti, insegnanti, personale Ata e genitori che hanno voluto aderire.

Vista la fervente attività del gruppo e la costante aggiunta di nuove date per la raccolta, si può supporre che le firme siano aumentate ulteriormente. Lo scopo della raccolta firme iniziata dall’avvocato Daniele Ganara – professore di diritto Costituzionale a Genova e Urbino – è quello di presentare la petizione il 1° settembre in Senato per evitare la conversione in legge del decreto che renderebbe obbligatorio il Green Pass in scuole e università.

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Il testo della petizione contro l’obbligo vaccino a scuola

Il testo della petizione, che si può trovare su Telegram. La richiesta è chiara: si legge che coloro che firmano esprimo l’intenzione «di non sottoporsi al Green pass per accedere ai locali degli istituti scolastici e universitari in cui svolgono la funzione docente o prestano servizio e, quindi, all’istruzione dell’infanzia, primaria, secondaria e universitaria, garantita dagli articoli 33 e 34 della Costituzione».

La richiesta alle Camere è quella «di denegare la conversione in legge del decreto legge, approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del giorno 5 agosto 2021, emanato il 6 agosto 2021, n. 111, recante “Misure urgenti per l’esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti”». In sostanza, le persone appartenenti al mondo della scuola che scelgono di firmare la petizione vedono nell’obbligo di Green Pass – che viene comunque rilasciato anche con un tampone negativo nelle 48 ore precedenti – l’introduzione di «un obbligo vaccinale surrettizio».

Si parla, inoltre, anche di come evitare l’obbligo di Green Pass secondo quanto stabilito dalla governo e considerando, però, la necessità di collaborazione del medico di base.

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La raccolta firme No Green Pass scuola strutturata su Telegram

Telegram, come sempre più spesso accade in casi come questo, offre la possibilità di mobilitarsi e organizzarsi in tanti, in breve tempo e in modalità abbastanza discrete – almeno fino a che i nomi delle chat e dei gruppi formati non diventano di dominio pubblico -. La raccolta firme, come si legge negli screen, viene effettuata fisicamente in ogni città e le date continuano a moltiplicarsi con tutte le istruzioni: dove presentarsi e quando, chi può firmare e con quali documenti. Negli screen sotto vediamo, per esempio, le informazioni relative alle nuove date nel Lazio.

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Secondo l’ultimo report settimanale del governo, attualmente ci sono 186.571 docenti e Ata non vaccinati. Un numero che, potenzialmente, potrebbe significare una crescita ulteriore di quelle 15 mila firma raccolte finora, considerato che c’è tempo circa una settimana prima che la petizione debba arrivare al Senato. Sulla gruppo che raccoglie i componenti della scuola di tutta Italia, inoltre, sono stati pubblicati link per l’accesso a vari gruppi chat regionali – uno per ogni regione – allo scopo di «favorire la creazione di reti di vicinanza tra colleghi insegnanti» ai quali si potrà accedere previa iscrizione alla chat nazionale.

Insomma, un’organizzazione molto ben orchestrata che vede Telegram come mezzo perfetto per arrivare a quanti più utenti possibile passando dall’online all’offline – con i banchetti nelle varie città – in pochissimo tempo. Non rimane che attendere il 1° settembre per capire quante firme verranno portate in Senato.

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