La storia della donna senza Green Pass che deve partorire a cui non viene permesso di entrare in ospedale

Sulla storia che è stata raccontata su Facebook occorre fare una serie di precisazioni per capire cosa sia effettivamente successo

23/08/2021 di Ilaria Roncone

La storia è stata condivisa in data 21 agosto sul profilo Facebook Federazione Popolo Sovrano e questo post ne è la fonte primaria. Si tratta del racconto di un’esperienza che sarebbe avvenuta al Policlinico San Pietro di Bergamo, nel quale una donna che deve partorire non sarebbe stata fatta entrare perché sprovvista di Green Pass. Non serve sottolineare quanto una narrazione di questo tipo possa far gola ai vari No Green Pass e No Vax, però occorre andare fino in fondo a questa storia per capire – innanzitutto – quali sono le regole dell’ospedale in questione e avere anche la versione della struttura sulla donna che deve partorire senza Green Pass.

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L’ospedale che avrebbe rimbalzato la donna senza Green Pass che deve partorire

Come ha ricostruito Bufale.net, presso il Policlinico San Pietro di Bergamo una donna con in programma un parto pilotato per il giorno dopo non sarebbe stata fatta entrare. La donna in questione sarebbe – secondo quanto riporta Pekora Nera – figlia del presidente dell’associazione Federazione Popolo Sovrano (“Per perseguire gli Obiettivi dello Statuto della Federazione, Dignità e difesa dei Diritti del Popolo Sovrano”, si legge nella sezione info della pagina Facebook).

«Ospedale di ponte San Pietro (BG) Gruppo San Donato – si legge nel post Facebook – oggi mia moglie ha portato mia figlia ospedale perché domani devono farle il parto pilotato, all’ingresso non volevano farle salire (mi figlia inclusa al 9 mese) perché non avevano green pass». A bloccarle sarebbe stata la Protezione Civile, che poi però le avrebbe fatte passare in seguito a una chiamata del marito della donna con il parto programmato ai carabinieri.

«Siccome mia moglie sa come comportarsi dopo minaccia di chiamare Carabinieri – si legge nel post, scritto probabilmente dal padre della gestante – quegli “sceriffi e anche ignoranti perchè ignorano le norme” alla porta ingresso, “con casacchina ” della protezione civile le hanno lasciate passare». Il racconto termina con il personale della protezione civile definito «sceriffi da strapazzo che perchè gli viene detto dal responsabile di fare così , lo fanno senza rendersi conto dei reati che commettono , e la responsabilità penale e personale».

Come funziona l’ingresso in ospedale con certificazione verde

Gli ospedali sono, insieme alle Rsa, i luoghi che – a giusta ragione – richiedono una maggiore attenzione per le persone che vi circolano. Proprio qui il virus può girare più facilmente e infettare i più fragili. Proprio per questo il Green Pass – come si sa da mesi – è sempre stato il lasciapassare per i congiunti che vogliono andare a trovare i propri cari ricoverati in ospedale o nelle Rsa.

Attualmente in merito a questa storia il Policlinico San Pietro non ha rilasciato dichiarazione ma sul sito ufficiale della struttura si legge chiaramente che l’esibizione del Green Pass è richiesta agli accompagnatori – quindi alla madre della partoriente, in questo caso – e non ai pazienti.

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