La vera storia del ragazzo che (non) si è tatuato il suo Green Pass
Il video è diventato virale sui social dopo le condivisioni su TikTok e Instagram. Ma la storia di quel QRcode è un po' diversa da quel che si possa credere
20/08/2021 di Enzo Boldi
Lo aveva scritto, per scherzo, il “fantasioso” Comune di Bastione (che esiste, ma solo sui social) provocando la stizzita reazione del consigliere della Regione Lazio Davide Barillari. Qualcuno, però, ha cavalcato quella iniziativa sarcastica e ha resto reale il tatuaggio Green Pass. La storia arriva dalla Sicilia, con un video diventato virale su TikTok e immagini che sono state condivise anche sui social. Ma la vicenda non è esattamente come appare.
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Non condivideremo né il filmato, né le immagini (in copertina, infatti, abbiamo utilizzato uno scatto originale, ma oscurato perché scansionando quel QrCode si possono visualizzare dati sensibili del protagonista di questa vicenda). Ma proviamo a ricostruire la vicenda grazie anche all’approfondimento fatto sul tema da Bufale.net. Innanzitutto partiamo dalla dichiarazione social rilasciata dal tatuatore che ha realizzato (inchiostro su pelle) quel tatto: «Ci si tatua per diversi motivi, anche per ricordare un periodo storico come questo, e tutto ciò che ha generato o lasciato durante il suo percorso. A prescindere da ciò, non esiste un modo oggettivo di vedere le cose, che sia nel bene o nel male, ogni persona ha una storia da raccontare ed un proprio modo di vedere o interpretare ogni cosa, oltre ogni forma di pregiudizio».
Tatuaggio Green Pass, la vera storia del QrCode su pelle di un ragazzo siciliano
A corredo del tutto ci sono filmati e video (anche con una “prova sul campo” in un McDonald di Catania). Insomma, il tatuaggio Green Pass funziona. Ma c’è anche un “non detto” che accompagna tutta questa vicenda. Sulla pelle del ragazzo siciliano, infatti, è stato disegnato un vero e proprio QrCode. Ma non si tratta di quello presente sulla certificazione verde. Come si mostra in un altro video, infatti, quel “codice” riporta a un link che – per il momento – consente di visualizzare (non tramite l’app VerificaC19, ma con la fotocamera del proprio smartphone) il Green Pass.
Cosa vuol dire questo? Che il ragazzo con il tatuaggio Green Pass non si è realmente tatuato una certificazione verde. Si tratta, infatti, di un QrCode la cui “destinazione” potrà essere cambiata come e quando vorrà. Esistono, infatti, piattaforme che permettono di modificare il contenuto del QrCode inserendo un link differente rispetto a quello che attualmente è presente. Il che vuol dire che già oggi potrebbe decidere di modificare quel collegamento (ovviamente non stiamo parlando del tattoo) per “rimandare” a qualsiasi altro contenuto presente online (foto, canzoni, video, etc.).
Libera scelta, ma con errore
Insomma, un’iniziativa personale – diventata virale – che può essere considerata di dubbio gusto, ma che non può portare all’indignazione che sta correndo sui social. L’unico errore (o problema) nasce dalla condivisione social di quel video. Abbiamo scelto di non condividerlo proprio ricordando gli appelli del Garante della Privacy che ha sottolineato come la pubblicazione sui social di QRcode – anche parlando di Green Pass – possa consentire a chiunque di accedere a informazioni personali.