Tutte le cose che non hanno trovato conferma a proposito del “rave party” di Valentano

Da giorni circolano sui media ricostruzioni su quel che è accaduto a due passi dal Lago di Mezzano (in provincia di Viterbo). Ma le uniche "notizie" che hanno un riscontro tangibile riguardano il decesso di un giovane inglese e alcune (non decine) di persone finite in coma etilico

20/08/2021 di Redazione

Questo approfondimento merita una premesse che deve essere letta prime di scorrere nel resto del testo: non si tratta di un pezzo per “difendere” l’organizzazione – soprattutto in un tempo di pandemia in cui tutti gli italiani (e non solo) sono chiamati ad atteggiamenti responsabili e ad alcune rinunce – di quello che è stato giornalisticamente sintetizzato come il “rave party di Valentano“. L’obiettivo è quello di criticare l’atteggiamento dei media che hanno attinto da informazioni parziali, incomplete, senza conferma e a volte false per demonizzare quanto accaduto in quel terreno tra Viterbo e Grosseto, a pochi passi dal lago di Mezzano. I quotidiani e i siti di informazione, infatti, hanno il compito (e il ruolo sociale) di informare attraverso notizie certe e fonti verificate, sicuramente non tramite racconti social in cui si riporta il pensiero di personaggi indefiniti che, magari, neanche erano presenti sul posto. Fatta questa doverosa premessa, proviamo a raccontare – anche con testimonianze di chi era sul posto e ha partecipato a questo “rave party” abusivo (anche se, a breve, spiegheremo che questa definizione è completamente errata) che si è iniziato lo scorso 13 agosto e si è concluso (in anticipo) con l’intervento delle forze dell’ordine avvenuto nella notte tra mercoledì 18 e giovedì 19 agosto”.

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Partiamo dalle uniche notizie di cronaca di cui vi è un reale riscontro. Si ha contezza, purtroppo, della morte di un 24enne inglese che vive nel Nord Italia e aveva deciso di partecipare all’evento nel viterbese. Il giovane (G. S.) ha perso la vita nella notte di ferragosto, dopo essersi immerso nelle acque del lago di Mezzano: uno specchio d’acqua lacustre di origine vulcanica. Le cause di questa tragedia sono ancora tutte da accertare e, infatti, le autorità hanno predisposto gli esami autoptici per cercare di capire cosa abbia provocato la morte del ragazzo.

Giustamente questa tragica notizia ha acceso i riflettori su quanto stava accadendo a Valentano. La morte di una persona, probabilmente, doveva spingere i presenti e gli organizzatori a una decisione più saggia: sospendere tutto e rimandare tutti a casa. Una presa di coscienza che, però, non si è verificata e il “rave party” è proseguito fino all’alba di giovedì 19 agosto. E in questi giorni si sono verificati anche altri episodi, come alcuni casi di “coma etilico” che hanno costretto al ricovero alcuni giovani.

Rave Party di Valentano, le cose di cui non vi è conferma

E per parlare delle cose di cui non vi è conferma partiamo proprio dal tema del “coma etilico”. Alcuni organi di stampa, anche i più importanti (o almeno i più letti) hanno rilanciato un susseguirsi di notizie che parlavano di decine di giovani ricoverati per aver assunto un quantitativo esagerato di alcol. Ovviamente di bevande alcoliche (e non solo le birre) ne sono state ingurgitate molte. Moltissime, anche troppe. Così come qualche sostanza stupefacente. Ma i quotidiani hanno parlato di “decine” di persone finite in coma etilico. La realtà, confermata dagli ospedali (i due più vicini alla zona) Belcolle e Pitigliano – come spiega Valerio Renzi, giornalista di Fanpage, su Facebook – parla di sette persone ricoverate “per abuso di stupefacenti e alcolici”. Non decine (che vuol dire multipli di dieci, quindi dai 20 in su). Sette, ovviamente, sono comunque molte. Ma, come spiegato nell’incipit di questo articolo, chi fa informazioni deve dare informazioni certe, accurate e certificate. Perché al tema dei “coma etilici al rave party” di Valentano si uniscono altri due filoni che hanno contraddistinto una non confermata narrazione giornalista di questo evento.

Le altri morti, gli stupri e il parto

Partiamo dai rumors sui decessi. Come detto, infatti, c’è stata una vittima nel corso di questi giorni sulle sponde del lago di Mezzano. Ma, dopo la notte di Ferragosto, alcuni organi di informazione (locale e nazionale) hanno iniziato a ritoccare il bollettino verso l’altro. Si è parlato – nel giorno successivo alla tragedia del 24enne inglese – di un secondo ragazzo morto. Conferme? Nessuna. E, infatti, nei giorni successivi non si è mai sottolineato come quella fosse una boutade priva di conferme. Ma c’è chi è andato oltre, parlando addirittura di una terza vittima. Al momento, affidandoci alle fonti ufficiali, non risultano esserci altri ragazzi deceduti oltre al giovane britannico.

Ma la cattiva informazione non finisce qui. Si è parlato anche di due stupri. Due atti di violenza nei confronti di altrettante ragazze che stavano partecipando al “rave party” di Valentano. Conferme? Nessuna. Si tratta di voci circolate, ma dagli ospedali non è arrivata alcuna conferma e neanche le forze dell’ordine – addirittura qualche quotidiano ha parlato di violenze denunciate – hanno mai reso noti questi due presunti eventi. Anche in questo caso, come già accaduto parlando di altri “presunti morti”, è stata data una notizia priva di conferme ufficiali. Eppure una testata locale l’ha data come notizia certa, mentre altri quotidiani (dopo aver parlato di “stupri” nei titoli) hanno utilizzato l’espediente “si racconta, si dice che”. Insomma, il nulla di certo. Così come la storia della ragazza che ha partorito sulle sponde del lago di Mezzano mentre stava partecipando all’evento: vociari infiniti che non hanno mai trovato conferma. Eppure sono passati diversi giorni da quando i media hanno diffuso questa (e anche altre) “notizie” di questo tenore.

Ultima, ma non per importanza, la storia dei cani morti sotto al sole e delle pecore uccise dai partecipanti. Non vi è stata alcuna conferma ufficiale di tutto ciò, così come è smentita (e le immagini parlano da sé) che l’evento abbia insistito su terreni coltivati (ovviamente è da chiarire se quella striscia di terra fosse di proprietà di qualcuno e, in questo caso, ci sarebbe stata un’evidente e condannabile violazione da parte di chi ha organizzato il tutto). Inoltre, anche le voci a sostegno della storia delle “pecore uccise” sono contrastanti: all’inizio era stata data la colpa ai partecipanti, poi si è parlato di cani che hanno sbranato gli ovini. Anche su questa vicenda, per il momento, non ci è nessuna conferma anche se i giornali ne parlano con certezza.

No, non era un rave party

Da questo punto in poi smetteremo di parlare di “rave party” (finora abbiamo utilizzato l’espediente grafico delle virgolette proprio perché questa definizione è sbagliata). Ci sono due testimonianze – la prima pubblicata su Esquire e la seconda du DinamoPress – che ci aiutano a contestualizzare meglio l’evento andato in scena nel Viterbese. E non si tratta di racconti presi da fonti secondarie, ma di persone che hanno partecipato a quel Festival (perché di questo si tratta) e che hanno voluto raccontare e smentire le storture giornalistiche evidenziate nel corso di questi giorni. Il termine “rave” è una definizione sbagliata: sulle sponde del lago di Mezzano, infatti, si sono riuniti i partecipanti al Teknival, un Festival della musica Tecno, chiamato Space Travel 2. Ed è ben diverso dal concetto di “rave”. Chi ha raccontato la propria esperienza lì non ha negato alcuni comportamenti esasperati (dall’uso di droghe a quello intenso di alcol), ma ha provato a fornire i dettagli sbagliati dati dai giornalisti che si sono limitati a ribattere informazioni parziali e date per buone perché circolavano sui social.

In conclusione

Come spiegato all’inizio, in un periodo delicato (a livello sanitario) come questo si poteva evitare l’organizzazione di un evento che ha attirato l’attenzione e la partecipazione di migliaia di giovani (provenienti dall’Italia e non solo). Perché, pur essendo un evento all’aperto, il rischio di assembramenti e contagi (nonostante gli appelli) è sempre dietro l’angolo vista la pesante incidenza della variante Delta anche nel nostro Paese. Detto ciò, però, occorre sottolineare come la stampa nostrana abbia affrontato nel modo sbagliato la narrazione di questa vicenda, dando adito a notizie non confermate che non hanno fatto altro che ottenere l’effetto “sbatti il mostro in prima pagina”.

(foto di copertina da video Facebook Tekno Party Italia)

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